Nell’anno in cui l’omino Michelin festeggia il suo 120° compleanno, l’Italia si regala un bel 10 in pagella. Dieci come i ristoranti con “tre stelle”, il traguardo più ambito nell’alta ristorazione mondiale. Nell’edizione 2019 i ristoranti stellati in Italia sono 367, in crescita rispetto ai 356 dell’edizione precedente, il che fa del nostro Paese il secondo al mondo per numero di stellati.
La 64esima edizione della Guida Michelin Italia celebrata a Parma all’Auditorium Paganini, è stata generosa anche con la nostra Regione premiando lo chef Vitantonio Lombardo che con il suo omonimo ristorante a Matera guadagna l’unica stella per la Basilicata.

Altra stella che val la pena segnalare è quella assegnata alla Locanda Severino di Caggiano (SA), in un confine stretto tra Campania che è già quasi Lucania, non distante dalle grotte di Pertosa e a venti minuti dalla Certosa di San Lorenzo di Padula e dal monte Cervati, con lo chef potentino Giuseppe Misuriello.

Un sud che riparte dalle buone tavole, dal ritorno della stella in Basilicata, una nuova stella in Calabria al ristorante Quafiz dello chef Nino Rossi a Santa Cristina d’Aspromonte (RC), ai Due Camini a Savelletri, Bros a Lecce, Caracol a Napoli. Nelle isole ritroviamo, invece, volti noti. In Sicilia, conquista una stella il St. George by Heinz Beck a Taormina (ME) guidato dallo chef Giovanni Solofra, mentre in Sardegna, a Porto Cervo (SS), il ristorante ConFusion Lounge con lo chef Italo Bassi.
Tra i 29 nuovi chef stellati la metà ha meno di 35 anni e un terzo meno di 30 a testimoniare che i nuovi ambasciatori della cucina italiana hanno talento, sebbene non brillano stelle al femminile considerato che troviamo una sola donna tra i nuovi stellati.
Fin dalla sua fondazione, nel 1889, la missione della “Rossa” è di contribuire al progresso della mobilità di beni e persone,suggerendo agli appassionati gourmet un giro d’Italia a misura di forchetta. I migliori ristoranti sono segnalati con 1, 2 e 3 stelle (mentre i Bib Gourmand, lo ricordiamo, sono quei ristoranti che permettono di mangiare bene spendendo meno di 32 € in provincia e fino a 35 € nelle città).