No, non è presto per parlare di corsa a due. Le prime sei giornate del girone H di Serie D hanno delineato uno scenario difficilmente mutabile: a giocarsi il salto tra i professionisti saranno Potenza e Cerignola. Difficile oggi immaginare un terzo incomodo, anche se il campionato è arrivato appena alla prima curva. Il Taranto vive una crisi non solo tecnica ma soprattutto ambientale. Potrà risalire, ma si fa fatica a pensare che possa andare oltre un piazzamento play-off. Lo stesso che possono inseguire con validi argomenti Picerno, Gravina (entrambe ancora imbattute sul campo), Cavese, Francavilla e qualche altra outsider di qualità destinata probabilmente ad emergere. Ma non fino a insidiare la lotta per il primato.
Ecco perché non si sbaglia a definire lo scontro diretto del Viviani una partita che può già spostare gli equilibri. L’irresistibile Potenza di questo avvio di stagione fiuta la grande occasione: vincere significherebbe allungare a più cinque, un vantaggio che certamente non emetterebbe sentenze definitive – siamo appena a metà ottobre, guai a dimenticarlo – ma stordirebbe la concorrenza. Nel panorama nazionale della Serie D, a punteggio pieno insieme alla squadra di Ragno c’è solo la matricola laziale Sff Atletico (girone G) in attesa dell’esito di un ricorso che potrebbe restituire il percorso netto anche alla Virtus Verona nel girone C. Il Cerignola è solo due passettini più indietro, 16 punti conquistati (tre a tavolino) sui 18 disponibili, distanza maturata pareggiando in casa contro il Nardò il 10 settembre quando Iannini e compagni hanno rischiato anche di scivolare.
Il brivido di ritrovarsi a un passo dal ko è quello che i rossoblù hanno provato sulla propria pelle nella trasferta di Mugnano. Due volte in svantaggio contro la Frattese, per poi dover scacciare le streghe negli ultimi sette minuti con le reti di Siclari e Gennaro Esposito. Proprio il capitano, alla seconda stagione con in mano le chiavi del centrocampo del Potenza, si sta rivelando nelle ultime settimane il valore aggiunto. Contro l’Altamura, pressando l’incerto portiere, ha chiuso i conti con un gol d’astuzia ed esperienza. Domenica scorsa la sua prestazione non è stata entusiasmante fino ai minuti finali, quando però è salito in cattedra decidendo di lasciare il segno: l’assist per il pari di Siclari, poi la punizione del 2-3 infilata lì dove in pochi, a questi livelli, avrebbero pensato di indirizzare la traiettoria. Proprio l’ultima partita ha insegnato al Potenza cosa può significare abbassare la soglia dell’attenzione, specie contro avversari teoricamente più deboli. Un rischio che non si corre di certo in vista dello scontro al vertice, con addosso tanti occhi interessati dell’Italia calcistica.
Al Viviani i punti saranno pesantissimi e la cornice di pubblico si preannuncia straordinaria, giusto epilogo di una settimana in cui la città è tornata a respirare calcio nelle strade, nei bar, negli uffici, sui social. Nella quotidianità, come non accadeva da tempo.