Di Alfonso Pecoraro per “Il Quotidiano del Sud”
Potenza, mercoledì 9 giugno 2021 – “A 20 giorni dall’iscrizione, le frizioni interne rischiano di inguaiare il Potenza”.
È quanto scrive oggi, sulle colonne del “Quotidiano del Sud”, Alfonso Pecoraro.
“Che tra Salvatore Caiata e Maurizio Fontana non corra più buon sangue, ormai, lo sanno anche le pietre, ben al di là delle dichiarazioni di facciata o di qualche aperitivo insieme al bar. Da ieri, però, la situazione rischia di diventare assai più complessa e, aggiungiamo noi, pericolosa per una società che, vogliamo ricordarlo a futura memoria, è patrimonio della città e non può certo essere tirata in ballo in beghe personali. Evidenziamo, infatti, che entro il 28 giugno va perfezionata l’iscrizione al campionato. E questo è un obbligo che non può essere preso sottogamba.
In questi giorni, Maurizio Fontana e Antonio Iovino, avrebbero dovuto dichiarare il proprio consenso alla cessione da parte di Caiata delle quote (un 20%) di sua proprietà all’associazione “Potenza 1919”, composta da 16 imprenditori della città che hanno deciso di dare una mano al patron.
Questa dichiarazione ancora non è arrivata da parte di Fontana che, lo ricordiamo, ancora deve chiarire la sua posizione, dopo l’annuncio di volersi fare da parte.
In un primo momento sembrava che Fontana lasciasse senza pretendere nulla in cambio allo stesso Caiata, poi fu dichiarato che eventuali contropartite economiche sarebbero state versate in una sponsorizzazione, infine ha preso sempre più piede la cessione del suo 15% dietro pagamento di una quota importante.
Si è poi andati oltre, perché quelle che erano delle indiscrezioni, voci di popolo diciamo, degli ultimi giorni, da ieri sono diventate decisamente circostanze più concrete: Fontana sembra essere in procinto di cedere il suo 15% all’avvocato potentino Sergio Mauro, suo uomo di fiducia.
Circostanza confermata telefonicamente dallo quest’ultimo, sulla base “di una accettazione, da parte dell’imprenditore, di una proposta di acquisto fatta tempo addietro”. Bugia o verità, cambia poco. È l’incontrovertibile dato di fatto che lascia quantomeno perplessi.
Infatti, non ci sarebbe stato nulla di strano se non fosse che il presunto compratore, storicamente tifoso del Potenza, da qualche mese è il nemico dichiarato del presidente Caiata, per via dell’esonero di Capuano, suo amico. Posizione astiosa al punto da inveire anche con toni offensivi contro il patron in ogni circostanza utile, attraverso i social. Una vera e propria dichiara- zione di guerra.
Inevitabile la conseguenza: per dare il gradimento all’ingresso in società dell’associazione dei potentini, voluto da Caiata, Fontana potrebbe pretendere il gradimento alla sua sostituzione con Mauro.
È l’inizio ufficiale delle ostilità, che fino alla giornata di ieri erano, usiamo un eufemismo, nascoste sotto la cenere.
Evidentemente, la ragione è da ricercarsi nel no che Caiata ha espresso di fronte alla proposta di acquisto della Sbm (gruppo Lauro) che, al contrario, Fontana aveva fortemente caldeggiato.
Caldeggiato al punto anche da entrare nelle grazie del gruppo napoletano che aveva previsto un suo coinvolgimento diretto nell’organigramma societario futuro che aveva immaginato. Proprio questa circostanza fece, a suo tempo, perdere le staffe a Caiata che si sentì raggirato, tradito, dal suo vecchio socio.
Se le cose restassero in questo modo, con posizioni che sono assolutamente inconciliabili, oltretutto con la chiarissima provocazione di Fontana di aver indicato co- me suo sostituto una persona sgradita al presidente, il Potenza potrebbe ritrovarsi con i tre soci di sempre, di cui uno dissidente, e con un’associazione di imprenditori ostacolata ad entrare in società. Incredibile.
Inoltre – come riferito dallo stesso interessato – non è peregrina l’ipotesi che Fontana dia mandato a farsi rappresentare proprio da Mauro, che avrebbe il compito di controllare le scritture contabili. Circostanza, questa, che il club è già di per sé obbligato a fare nei confronti di una società di revisione esterna e della Covisoc, ogni tre mesi.
Insomma, siamo nel bel mezzo di una bufera. Innanzitutto al patron, poi allo stesso Fontana, il compito di far sparire le nubi”.