Presentazione Raduno di precisione Rievocazione storica “Abriola – Sellata” 2016
Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con lo storico raduno di precisione Rievocazione storica “Abriola – Sellata” edizione 2016, organizzato dall’Automobile Club Potenza e previsto per domenica 10 luglio.
Presenti alla conferenza stampa: Francesco Solimena, presidente Aci Potenza, Romano Triunfo, sindaco di Abriola, Mario Cigliano, presidente Aci Storico Potenza, Giuseppe Maffei (Gruppo Maffei), sostenitore della manifestazione.
Circa 60 gli equipaggi che parteciperanno all’evento, auto storiche e moderne, numerose scuderie regionali e non, si sfideranno al centesimo di secondo, lungo i tornanti dell’emozionante percorso, in due prove cronometrate di precisione, mantenendo la media di 30km/h. Saranno penalizzati dunque, oltre ai ritardi, anche gli arrivi anticipati.
Ospiti della manifestazione Luca Gastaldi, celebre giornalista sportivo specializzato in automobilismo e Vito Chico Postiglione, pilota lucano di successo nel Campionato Italiano Gran Turismo.
Tutto inizia nel 1971 con un giovane Francesco Solimena che, da poco diventato Presidente dell’Automobile Club Potenza, insieme ad un gruppo di amici danno vita al Trofeo Citta di Potenza, quello che ben presto, ed ancora oggi a quasi 50 anni dal suo debutto, è da tutti conosciuta come “Abriola –Sellata”. Il nome è dato dal percorso stesso che ospita l’evento, che si snoda dal Paese di Abriola posto a 900 m s.l.m., fino a quota 1273 m s.l.m. della Sellata. Una gara che è cresciuta di anno in anno, che da coppa Csai è divenuta tappa di Campionato Italiano della Montagna per poi, nel 1977, coronare la sua massima espressione diventando tappa del Campionato Europeo. Sulle sue strade si sono scritte pagine importanti dell’automobilismo sportivo italiano ed europeo, un nome che ancora oggi è conosciuto tra gli appassionati di tutta Europa.
L’”Abriola – Sellata” non solo ha avuto il merito di portare la Basilicata ai vertici dell’automobilismo italiano ed europeo, ma di aver dato anche un forte impulso allo sport e all’ economia locale. Impossibile poter parlare dell’”Abriola – Sellata” senza parlare di piloti come Leandro Lavecchia, Franco Di Bello, Saverio D’Emilio. Molti di loro diedero vita anche alla Scuderia Lupi della Lucania e negli anni contribuirono a scrivere la storia dell’”Abriola Sellata”, compreso i preparatori locali come Ennio Brienza, Magnella, Giuliani, Vaccaro.
L’”Abriola – Sellata” è sport, passione e divertimento per i piloti, ma anche grande partecipazione del pubblico, che sin dalla prima edizione non ha mai mancato l’appuntamento lungo il percorso di gara, assiepato sui muretti o a bordo strada, per veder sfrecciare i bolidi dallo stile unico.
Alla manifestazione sportiva automobilistica “Abriola – Sellata”, nata come Trofeo “Città di Potenza”, il giornalista Pino Gentile ha dedicato ampio spazio nel ricco volume “Alle radici di un mito” , corredato da tante fotografie d’epoca e recenti che ritraggono protagonisti e autovetture che hanno segnato l’automobilismo lucano.
L’ABRIOLA-SELLATA, UN GRANDE SOGNO
Francesco Solimena, presidente Automobile Club Potenza (testo tratto dal libro “Alle radici di un mito” di Pino Gentile)
Parlare dello sport dell’Automobile mi è particolarmente congeniale, in quanto l’Automobile Club Potenza, nel lontano 1971,diede vita alla storica Abriola – Sellata, prima gara in Basilicata di tante e tante manifestazioni che sono state organizzare. Fu un impegno, grazie a Dio mantenuto, che io presi quando nello stesso anno divenni Presidente dell’Automobile Club Potenza e Consigliere Comunale della Città di Potenza.
Ricordo, dell’apporto economico datomi dall’Amministrazione Comunale di Potenza dell’epoca, per cui la gara, dovunque si sarebbe svolta, si sarebbe chiamata “Trofeo Città di Potenza”. La scelta del percorso fu particolarmente laboriosa, perché in un primo tempo si era puntato su tratto Rifreddo – Potenza, più vicino al capoluogo, facente parte idealmente del suo territorio. Non ci furono date le relative autorizzazioni, perché, ricordo ancora, che l’ing. capo dell’Anas di allora, eccepì sulla pericolosità del curvone di “Poggio Cavallo” e fu irremovibile.
Dopo una serie di tentativi si optò per l’Abriola – Sellata. Questo perché era una gara completa nel senso che il percorso si snodava su otto chilometri che contenevano tutte le caratteristiche di una vera gara in salita: il primo tratto molto veloce, dove si potevano scaldare le gomme, il secondo tratto tutto tornanti ed il terzo, un misto veloce con una breve discesa dove il bravo pilota generalmente vinceva la sua categoria.
Fummo accolti dal Comune di Abriola con insperato entusiasmo, cosa abbastanza strana, conscendo la prudenza e lo scetticismo delle nostre popolazioni, trattandosi di una manifestazione mai vista e probabilmente mai sentita sulle nostre strade.
Il Comune ci riconobbe un contributo e soprattutto i cittadini di Abriola con le loro professionalità e disponibilità si misero a disposizione, collaborando alla buona riuscita. La prima gara fu un vero successi con circa trentamila persone che affollavano tornanti di Abriola.
Per il pubblico impostammo al gara come una sorta di scampagnata con relativa tortiera, essendo in quegli anni, dato il periodo socio-economico, difficile raggiungere il mare, meta domenicale oggi preferita. Il format risultò di gradimento e continuammo per diversi anni (22 edizioni), a ripetere la manifestazione che tecnicamente e sportivamente assurse a ruolo di Campionato Italiano della Montagna, Campionato Europeo della Montagna risultando nei prima anni ’80 la migliore gara europea dell’anno.
Ho parlato fino ad ora della Abriola-Sellata, perché è stato l’inizio di una grande avventura che tuttora continua, anche se in forme diverse.
Durante questi, anni abbiamo organizzato, direttamente ed indirettamente, nella nostra regione circa 100 gare. Dai Rallies, Rally del Vulture, Rally della Val D’Agri e Rally della Basilicata per dieci edizioni, Mini-Rally della Basilicata per cinque edizioni, agli Slalom (oltre cento), portando lo sport dell’automobile tra la gente, nelle varie realtà locali della nostra regione, alle gare di auto storiche, riscuotendo sempre successo di partecipazione e di pubblico.
È chiaro che i panorami sono cambiati nell’arco degli anni. L’Ente Pubblico che sponsorizzava in gran parte le manifestazioni è venuto meno per una serie di motivi che vanno dalle ristrettezze economiche al finanziamento a pioggia di una serie di piccole manifestazioni , sagre ecc., che forse accontentano i residenti delle località dove vengono organizzate, ma che fino ad oggi non hanno avuto respiro internazionale come l’Abriola-Sellata.
Organizzare una gara automobilistica è abbastanza dispendioso perché le normative che regolano la sicurezza del pubblico e dei pioti sui percorsi sono molto rigide e comportano importanti risorse da destinare a questo obiettivo. Una volta venuto meno l’aiuto pubblico, a questo punto si aprivano due strade: la prima è smettere tutto e vivere di ricordi in attesa di un improbabile ritorno del finanziamento pubblico, unica linfa di queste manifestazioni perché la figura dello sponsor in Basilicata è del tutto latitante. La seconda, era quella di continuare ad organizzare una serie di gare a livello locale di portata più modesta. Questa è la strada cha abbiamo seguito, radicando ancor più lo sport dell’automobile nel nostro territorio.
È un panorama in relazione alla nostra popolazione e al nostro reddito pro capite abbastanza positivo. A questo si aggiunge il tesseramento di circa 100 piloti che sempre in base ai parametri di cui sopra ci porta ad essere in percentuale tra i primi in Italia.
Il sogno finale sarà quello, un giorno, che la viabilità sull’Abriola-Sellata avrà le condizioni necessarie per ospitare una gara, riprendere ad organizzarla anche in dimensioni e titolazioni diverse perché è giusto non dimenticare mai il proprio momento di nascita.
ALBO D’ORO prime 10 edizioni
Anno Pilota Modello Tempo Percorso
1 ediz. 1971 1° Assoluto: Angelo Giliberti Abarth 2000 4’40”07 (km7,300)
2 ediz. 1972 1° Assoluto: Mauro Nesti Abarth 2000 5’21”65 (km 8,100)
3 ediz. 1973 1° Assoluto: McBoden Franck Chevron B21 5’28”06 (km 8,100)
4 ediz. 1974 1° Assoluto: Mauro Nesti Cebora 300 5’35”08 (km 8,100)
5 ediz. 1975 1° Assoluto: Grimaldi Enrico March Bmw2.0 5’35”19 (km 8,100)
6 ediz. 1976 1° Assoluto: Mauro Nesti Lola Bmw2.0 5’17”08 (km 8,100)
7 ediz. 1977 1° Assoluto: Mauro Nesti Lola Cebora 9’49”95 (km16,200)
8 ediz. 1978 1° Assoluto: Mauro Nesti Lola Cebora 9’56”95 (km16,200)
9 ediz. 1979 1° Assoluto: Mauro Nesti Lola Cebora 10’01”58 (km16,200)
10ediz. 1980 1° Assoluto: Mauro Nesti Lola Cebora 9’48”9 (km16,200)
RECORD DI VELOCITÀ
Record Stabilito il 12 Luglio del 1974 da Mauro Nesti, su Cebora 300, in 5’35”08 sul percorso di km 8,100.
INTERVISTE
Di seguito le interviste a Franco Di Bello, Saverio D’Emilio e Antonino La Vecchia partecipanti storici dell’Abriola-Sellata
Intervista a Franco Di Bello
Franco Di Bello, uomo simpatico e dai ricordi lucidissimi, ha partecipato a numerose edizioni della storica “Abriola – Sellata”, sin dalla prima datata 1971.
Di Bello, un suo ricordo personale sulle prime edizioni e sull’accoglienza che la gente riservava all’Abriola – Sellata
La prima edizione dell’ Abriola – Sellata la ricordo soprattutto per la marea di gente che venne a guardare la corsa. Io non immaginavo che venisse tutta quella gente, tant’è vero che non potendo passare andavamo a fare il giro per Anzi e comunque ci trovavamo incolonnati. Ricordo che c’era Tonino Micucci dell’Aci che preparava da mangiare: prima o dopo la corsa, da quelle parti, mangiavamo cose genuine, stavamo tutti insieme e si respirava un clima di vera e profonda amicizia.
Era usanza, quando andavamo fuori, tra noi amici, che prima della gara pranzavamo tutti insieme. Ricordo un mio amico che mentre mangiavamo andò in bagno e al ritorno aveva tutti i pantaloni bagnati…per l’emozione di correre. Perché era uno che non sapeva correre e veniva giusto per partecipare.
Un ricordo in particolare a cui è legato…
Quando ho partecipato alla prima gara della Sellata, nel 1971, io ero concessionario della Giannini di Roma e ne vendevo parecchie. Avevano qualche piccola modifica e costavano un po’ di più della Fiat, così mi venne in testa di correre non con l’Abarth ma con la Giannini di Roma e mi mandarono da Roma la 590 Giannini. Andai a prenderla. Quando arrivò su un camion da Napoli, la seguii fino a Potenza e quando la scaricai per me fu come un terno al lotto perché mi piaceva molto, era preparata! Il meccanico della Giannini, il signor Tani, mi disse che aveva una cinquantina di cavalli più delle normali. Alla prima gara che ho fatto alla Sellata arrivai secondo, però quello che arrivò primo, un certo Melino De Luca di Cosenza, mi dette quasi un minuto di distacco, 57 secondi per l’esattezza. Ci conoscemmo e gli dissi: «Melino perché non mi prepari tu la macchina come la tua?» E lui mi disse: «Vieni a Cosenza». Erano due fratelli, uno elettrauto e uno preparatore di macchine. Portai la macchina a Cosenza e me la prepararono. Ricordo che pagai 300 mila lire. Quando l’andai a prendere e andammo a fare una prova su una salita, non ci credevo che corresse tanto: quella macchina era potentissima. Praticamente con quella macchina poi ho continuato a fare delle gare in salita e ho sempre vinto tranne la “Nicastro – Acquabona” di Catanzaro, dove ebbi un piccolo incidente. In quell’occasione c’era con me anche mia moglie.
Incidenti o problemi tecnici all’”Abriola – Sellata”?
Grazie a Dio mai, ho sempre vinto, dopo la prima gara, sempre. Non ho corso solo con la 590 Gannini, ho corso anche con altre macchine: con una Bmw 2.2, 170/180 cavalli, e vinsi, con una Fiat X1/9 e con una Renault Alpine che mi prestò un amico.
A proposito della mitica 590 Giannini, Franco Di Bello non ha dubbi…
È la mia preferita di sempre, se io l’avessi ora le farei un monumento per quanto era bella e per quanto valore ha oggi che è diventata praticamente introvabile.
Com’erano i suoi rapporti con gli altri partecipanti?
Sempre ottimi e sempre di amicizia. Noi stavamo sempre insieme durante i momenti di pausa della gara, mangiavamo insieme e si respirava sempre un clima di allegri. Erano bei momenti. Anche se sono passati quasi 50 anni, li ricordo sempre con molto piacere.
Intervista a Saverio D’Emilio
Saverio D’Emilio, giovanissimo ai tempi della prima edizione, ricorda l’entusiasmo che caratterizzava i partecipanti sin dalle fasi preparatorie della gara e ci racconta la sua passione per i motori che lo ha portato a voler provare sempre auto diverse.
D’Emilio un ricordo in particolare di quella che era l’Abriola – Sellata delle origini…
Nel 1971 è iniziata l’avventura grazie a un gruppo di appassionati e con il presidente Solimena che è stato il promotore. All’epoca io ero la mascotte del gruppo, ero il più giovane, avevo 21 anni. In quell’anno acque anche la scuderia Lupi di Lucania. Ricordo l’entusiasmo, la gente, la partecipazione era sentita, sia dai potentini sia ad Abriola. Si andava quasi tutte le sere, almeno un mese prima, a vedere il percorso. Vivevamo la comunità di Abriola, incontravamo gente, amici, si cenava la sera all’unica trattoria che c’era lungo il percorso, all’aperto. Era una cosa veramente goliardica proprio perché c’era l’entusiasmo dell’inizio. Questo entusiasmo è durato almeno per una quindicina d’anni, anche perché la gara è diventata europea. Abbiamo avuto sempre piloti di calibro nazionale e internazionale, quindi era una gara appetibile a tanti e al pubblico che ci seguiva veramente in un modo eccezionale. Poi le foto del tempo lo dimostrano.
Con quale macchina ha gareggiato?
Il mio difetto, data la mia passione, era cambiare continuamente macchina. È un difetto perché a livello tecnico si perde qualche cosa, perché quando ti abitui ad una macchina e poi cambi perdi la confidenza e devi ricominciare da capo. Ho iniziato con una macchina prestatami il giorno prima da un amico: una A 112. Io avevo una Lancia Fulvia coupé che si ruppe in seguito al Rally dell’Adriatico, 1000 chilometri percorsi qualche mese prima. Poi ho corso con una Opel Gt pure prestatami da un amico, con l’Alpine Renault, con la Ms 1000, coi prototipi, con la Pantera De Tomaso, con la Alpine della Giada Auto, con la Lola Bmw, davvero una grande scelta.
La sua auto preferita di sempre?
Sono molto indeciso, diciamo l’Alpine sia di serie che il Gruppo 4 preparato dalla Giada Auto. Anche se devo dire che ci fu una scommessa con il preparatore Ennio Brienza che facemmo durante una cena: lui mi preparò gratuitamente, lo devo dire e ringraziarlo ancora, un’Alfa Romeo Gt che non mi faceva simpatia, però oggi ripensando alle soddisfazioni che ho avuto con quella macchina scorbutica, difficile da guidare, forse mi hanno ripagato di quel cattivo pregiudizio che avevo e quindi me ne ricordo sempre con piacere. Anche perché ho avuto dei risultai eccellenti battendo piloti storici di gruppo e di quella categoria.
Ha mai avuto incidenti o guasti tecnici durante l’Abriola – Sellata?
Problemi tecnici si, con la 128 Ferraris, che era una macchina meravigliosa. Non sono riuscito ad arrivare sopra perché si è rotto il leveraggio del cambio. Incidenti grazie a Dio no, anche perché tutto sommato, eccetto il primo tratto, il percorso è abbastanza sicuro e protetto. I commissari erano ben preparati quindi si correva in sicurezza.
Com’erano i rapporti con gli altri partecipanti?
Eccezionali. Soprattutto i primi anni, perché eravamo veramente una compagnia di matti ma impegnati sportivamente. Io rispettavo ed ero rispettato da tutti. Poi con gli anni comincia a nascere un po’di concorrenza, soprattutto da parte dei preparatori. Non è che si guastano i rapporti, però comincia a nascere una competizione che io non ho mai apprezzato. Preferivo far parte di un gruppo solidale a livello di lucani e avere le soddisfazioni quando andavamo a correre fuori verso le altre regioni e gli altri concorrenti. Mi sembrava assurdo avere piccole gelosie fra di noi, dovevamo cercare di essere sempre più uniti.
Intervista ad Antonio La Vecchia
Antonino La Vecchia, quali sono i suoi primi ricordi dell’Abriola -Sellata?
Risalgono al 1971 e alle prime gare di mio padre. L’Abriola-Sellata fu una gara voluta da Francesco Solimena e da mio padre, Leandro, che scelsero insieme quel percorso. Il 1971 fu un anno particolare perché ci fu prima la famosa Amalfi-Agerola, dove parteciparono diversi piloti potentini e poi finalmente la nostra Abriola-Sellata. Io avevo 10 anni ma la ricordo come se fosse ieri.
Il ricordo più grande che ho è legato naturalmente alla partecipazione di mio padre. Poi il fatto di vedere queste auto da corsa di una potenza mostruosa e soprattutto il pubblico. La grande partecipazione che dalla prima edizione in poi accompagnò la fama e la crescita dell’Abriola-Sellata è stato sicuramente uno dei fattori che contribuì a far diventare la gara una delle più importanti e belle d’Europa. Ricordo migliaia di persone che riempivano ogni angolo e ogni tornante durante tutto il percorso. Era sconvolgente.
La foto sulla locandina dell’Abriola-Sellata riporta proprio papà alla partenza della prima Abriola-Sellata, nella sua Alfa Romeo Giulia GT Sprint veloce, gruppo 1, del 1967.
Lei è nato tra i motori. Quali sensazioni provava quando accompagnava suo padre alle gare…
Sensazioni ed emozioni fortissime. Ricordo in particolare la gara del 1974 quando, per la prima volta in Italia, papà si inventò di fare la gara due volte con due macchine diverse grazie ad una deroga della Csai. Partì con un’Alfa Romeo Gt gruppo 2, già preparata quindi, arrivò sopra, all’arrivo, e di corsa prese una Citroen DS, la famosa “ferro da stiro”, e riscese per i boschi fino alla partenza dove ripartì a bordo di una Lola 1300. Quella fu anche la prima volta che papà corse con un prototipo. In quell’occasione vinse sia con la GT sia con Lola mettendo il record con entrambe le auto. Fu davvero una grandissima emozione.
Le sue partecipazioni all’Abriola-Sellata?
Partecipai la prima volta nel 1998. Erano i primi tempi che correvo con la Sierra Cosworth. Arrivai primo nel gruppo N e sesto assoluto. Poi nel 1990 con una Renault 5 Turbo ma ebbi problemi con l’auto e mi ritarai. Comunque il mio ricordo più importante è quello del 1995 quando partecipai con l’Alfa Romeo 155 v6 ti che mi venne consegnata pochi giorni prima dal team ufficiale Alfa Corse. Un’auto con la quale, nonostante fosse una macchina da pista e non da salita, feci la più grande prestazione della mia vita che mi valse il secondo posto assoluto nella Corsa dei Campioni, una gara ad inviti dove parteciparono i migliori piloti di prototipi. Realizzai la migliore prestazione assoluta di un auto a ruote coperte e la migliore assoluta di un lucano nella storia dell’Abriola-Sellata.
Se avessi avuto l’ultima evoluzione della 155 con la quale vinsi i miei campionati italiani, avrei potuto battere l’allora campione italiano, Irlando, che arrivò primo. L’anno successivo, l’Abriola-Sellata non venne più organizzata e non ebbi più la possibilità di provare e migliorarmi e quindi a vincerla.
Qual è stato, invece, il miglior risultato di suo padre?
Settimo assoluto con una X1/9 Dallara.
L’Abriola- Sellata potrà tornare quella di una volta?
Penso che sia davvero molto difficile se non impossibile. L’Abriola-Sellata ha rappresentato una delle gare in salita più belle, più complesse e propedeutiche per i giovani piloti di tutta Europa. Oggi la politica e i costi renderebbero davvero difficile riportare la corsa a quei livelli. Negli anni ‘70/’80 la gara portava circa 40mila spettatori e oltre 400 piloti. Bisognava fare le qualifiche il sabato. E’ stato un evento straordinario reso possibile soprattutto grazie alla volontà di Francesco Solimena e a mio padre che insieme a lui scelse il percorso. Fu una favola indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di viverla. Ancora oggi i più grandi piloti delle corse in salita ricordano l’Abriola-Sellata per la complessità e la bellezza di una competizione che ha fatto la storia dell’automobilismo sportivo in Basilicata.
FOTO ABRIOLA SELLATA
FOTO CONFERENZA STAMPA 7 LUGLIO 2016
VIDEO E INTERVISTE CONFERENZA STAMPA
Intervista a Francesco Solimena, presidente ACI POTENZA
Intervista a Giuseppe Maffei, sostenitore dell’Abriola-Sellata
Coperture
I VINCITORI
Il presidente dell’Automobile Club di Potenza, Francesco Solimena, che sulla linea di partenza dà il via a Leandro La Vecchia a bordo di una Lancia Delta integrale rossa fiammante, numero 44, è sicuramente l’immagine più bella e significativa del “Primo Campionato regionale Raduni di Precisione Abriola-Sellata” che si è svolto domenica 10 luglio 2016 sulle strade di Potenza e Abriola. I due fondatori di quella che fu la corsa automobilistica più famosa della Basilicata, dopo 45 anni, sono ancora lì, pieni di entusiasmo, per far si che il mito dell’Abriola-Sellata continui a vivere e ad essere ricordato tra gli appassionati dei motori e non solo.
Primi classificati della gara di regolarità sono stati Mimmo e Marco Campilongo, padre e figlio, su Mini Cooper 1300 del 1994.
Secondo Leandro La Vecchia su Lancia Delta Integrale del 1990.
Terzo assoluto Domenico Lobello sulla rarissima Lancia Stratos del 1975, un’auto dal valore di 400 mila euro.
Di seguito la fotogallery di tutti i partecipanti alla partenza
E’ possibile guardare le foto ad alta risoluzione al seguente link: https://www.flickr.com/photos/usbbas/albums/72157671001831385
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