Martedì 10 gennaio 2023 – “Nelle sale operatorie dell’ospedale ‘San Carlo’ di Potenza è stato trattato il primo caso in Basilicata di neonato affetto da atresia duodenale”.
Lo annuncia il direttore generale dell’Aor San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera, dichiarandosi “soddisfatto perché il complesso intervento è il palpabile frutto dell’azione della direzione strategica volta ad implementare la qualità della proposta sanitaria anche attraverso la costituzione di équipe multispecialistica medica e infermieristica per la efficace presa in carico di neonati con malformazioni importanti.
I risultati raggiunti – prosegue Spera – dimostrano una rilevante crescita professionale e scientifica negli ultimi due anni, capace di garantire la migliore risposta ad una realtà, quella delle patologie chirurgiche neonatali, che fa segnalare purtroppo un costante incremento”. (Segue dopo pubblicità)
Un espresso ringraziamento va all’intero staff che ha seguito il neonato, dalla ginecologa dottoressa Curcio, all’equipe medico-infermieristica della Terapia intensiva neonatale coordinata dalla dottoressa Simona Pesce, all’anestesista dottor Giuseppe Guarini, ai chirurghi dottor Paolo Caiazzo e dottor Pierpaolo Di Lascio, agli infermieri di sala operatoria Giuseppina Deborah Curcio, Cristiana Mecca e Maurizio Ramaglia.
“L’atresia del duodeno –spiega il dottor Caiazzo – è una tra le malformazioni più serie del tratto gastrointestinale e registra una incidenza di 1:5000 nati vivi circa.
Le malformazioni gastrointestinali mostrano un aumento esponenziale in Italia da alcuni anni, per cause ancora da accertare, ed anche in Basilicata assistiamo alla nascita di moltissimi bambini con tali anomalie anatomiche, che in quasi tutti in casi ne mettono a serio rischio la sopravvivenza a breve termine”.
“Il piccolo – conclude il medico – nato con diagnosi prenatale di sospetta atresia duodenale, rappresentata dalla ostruzione del duodeno (primo tratto di intestino) con la conseguente impossibilità ad alimentarsi, è stato sottoposto al delicato intervento che prevede la ricanalizzazione di un tratto di intestino dove confluiscono vie biliari provenienti dal fegato, e dotti pancreatici, e quindi anatomicamente molto complesso e delicato.
Finalmente, dopo sette giorni dall’intervento, il piccolo ha potuto alimentarsi con il latte della propria mamma. Senza complicanze, l’intera famiglia del piccolo è potuta rientrare felicemente a casa”.