Convocata per questo pomeriggio alle 15,00 in prima convocazione e alle 15,30 in seconda convocazione, nella sede di Godesk in via della Tecnica 18 a Potenza la Direzione Regionale del Partito Democratico.
Una riunione convocata dal segretario Mario Polese per un’analisi del voto del 4 marzo che, anche in Basilicata ha segnato una netta sconfitta del Pd.
Siamo alle prove generali di un chiarimento all’interno del partito di Basilicata che si prevede alquanto turbolento e che necessariamente si è voluto rinviare a dopo la direzione generale Dem che, preso atto delle dimissioni di Matteo Renzi, ha approvato a stragrande maggioranza il documento proposto da Maurizio Martina, eletto segretario reggente.
Il documento, lo ricordiamo, chiarisce la posizione del Pd in questa delicata situazione politica nella quale si sta cercando la quadra per un accorto, obiettivamente difficile, che possa consentire di dare un governo al paese.
Posizione che i segretari regionali, riunitisi dopo la direzione, hanno approvato.
Lo ha fatto Mario Polese, segretario regionale del Pd lucano, eletto con oltre 55mila voti alle primarie, il quale è il primo a rendersi conto che, dopo l’esito elettorale, bisogna fare un’approfondita riflessione attraverso “processi di autocritica e rigenerazione che – ha dichiarato all’indomani del 4 marzo – passino, a partire dai prossimi giorni, da un dibattito negli organismi di partito, nelle sezioni e soprattutto tra le tante comunità democratiche di questa regione”.
Regione, la Basilicata, nella quale comunque il Pd ha ottenuto il miglior risultato nel Sud. Ma è poca cosa. La sconfitta è cocente e bisogna ripiegarsi appunto su “un’approfondita riflessione”.
Una dichiarazione, quella di Polese, che sembrava potesse bastare a rassicurare i delusi elettori del Pd e gli stessi dirigenti. Così non è stato perché, com’era prevedibile, è iniziato il tiro al bersaglio.
Al consigliere regionale Vito Santarsiero la dichiarazione del segretario regionale non è stata sufficiente. Ritiene che si debba andare oltre, “dare segni di discontinuità” e che “per il bene del partito e della regione, il Presidente Marcello Pittella debba azzerare la giunta ed aprire una grande riflessione politica ed amministrativa”.
Che qualcuno l’avrebbe fatto era prevedibile. Non meno prevedibile, anche se possiamo provare a capire, è che la richiesta sia giunta da Santarsiero. Sebbene precisi “ senza tema di essere equivocato per attese personali”, questa entrata a gamba tesa dell’ex sindaco di Potenza potrebbe trovare una giustificazione dal risultato delle primarie per la segretaria regionale del partito allorquando, anche nel capoluogo di regione, fu sconfitto dagli altri due candidati: Polese e Purtusiello.
Oppure, come accade spesso dopo una sconfitta elettorale, ad un riposizionamento, definiamolo “fsiologico” nella geografia politica dentro e fuori dal Pd.
Non altrettanto si può dire per la decisione della componente “Riscatto-Fronte Democratico” di Michele Emiliano che in Basilicata fa riferimento a Piero Lacorazza , i delegati della quale hanno deciso di dare le dimissioni, rimettendo il mandato all’assemblea.
Una decisione che, anche per la poca chiarezza, ha sorpreso non pochi al punto che Lacorazza ha dovuto precisare: “chiedere a chi ci ha sostenuto cosa fare”.
Non vorremmo che ci trovassimo alla vigilia di una nuova scissione, frantumando ancor più una sinistra le divisioni della quale hanno contribuito alla debacle elettorale sebbene le motivazioni siano ben più profonde e sulle quali riflettere per ripartire.
Chi prova a rendere più agevole il lavoro del segretario Polese è i consigliere regionale, presidente della quarta Commissione, Vito Giuzio il quale in una intervista al quotidiano “La Nuova del Sud” afferma che sarebbe un errore addossare tutte le colpe al segretario regionale, eletto da pochi mesi.
Sarà così o sul banco degli imputati salirà anche Polese? Ne sapremo di più dal documento ufficiale che sarà redatto dopo la direzione o dalle indiscrezioni che trapeleranno perchè la riunione è a porte chiuse. Come dire? I panni sporchi si lavano in famiglia.