Un Matteo Renzi come ormai siamo abituati a conoscerlo: positivo e fiducioso in un paese che ha tante potenzialità da mettere a sistema per crescere. E questo in barba a quanti continuano a raccontare disgrazie e problemi e a contestare.
Così si è presentato al gremitissimo teatro Duni di Matera il presidente del Consiglio dei Ministri mentre fuori molti lo contestavano.
“Le cose non le cambia chi fischia – ha detto facendo riferimento a costoro – ma chi si rimbocca le maniche e rischia”. Ed ha fatto riferimento a quello che il suo Governo dopo anni di immobilismo ha fatto: le riforme costituzionali, gli investimenti nella cultura (appena ieri l’altro il Ministro Dario Franceschini ha firmato il decreto che prevede 28milioni di euro per Matera 2019), tre miliardi nella scuola.
E facendo riferimento a Matera 2019, Renzi ha detto: “Matera 2019 capitale della cultura europea deve riportare l’Italia a credere nel futuro. È finito il campionato mondiale di vittimismo e di alibi. C’è bisogno di proporre un racconto alternativo. Il racconto della bellezza di essere italiani”.
“Bisogna sottolineare quello che funziona ma bisogna anche prendere impegni per risolvere i problemi esistenti”, ha aggiunto. “E il Patto per la Basilicata – ha sottolineato Renzi – consente di dare delle risposte e rimettere in moto la Basilicata”.
Cosa prevede il Patto, firmato da Renzi e Pittella. Sentiamo il presidente della Giunta regionale di Basilicata.
Tornando al discorso di Renzi a Matera, il Presidente del Consiglio ha fatto riferimento al problema della corruzione che recenti inchieste della magistratura hanno confermato sempre più presente. “Dobbiamo combatterla, portando rapidamente a sentenza i processi. Non si può dire che sono tutti uguali e che rubano tutti, perché in questo modo – ha precisato il premier – facciamo un favore ai ladri che devono andare nelle patrie galere. I processi servono per decidere chi è colpevole e chi no”.
La questione petrolio è stata affrontata da Renzi in un’intervista alla Tgr Basilicata. Ad una domanda del collega Edmondo Soave, ha risposto: ”Gli amministratori lucani sono stati ottimi negoziatori per ricevere le royalties. La situazione sanitaria e ambientale è costantemente tenuta sotto controllo. Dal nostro punto di vista i dati parlano chiaro e vanno rispettati, anche se c’è chi la pensa diversamente. Comunque – ha concluso – sono molto fiducioso nell’attività dell’Eni e nel lavoro delle autorità preposte al controllo”.
A portare il saluto di Matera a Renzi è stato il sindaco Raffaello De Ruggieri. “Le porgo il saluto della città viva, più antica del mondo”, ha esordito ricordandone i vari momenti della sua storia.
De Ruggieri ha quindi ribadito che per garantire l’importante ruolo dato a Matera “bisogna che si superi storiche strettoie e si proponga aggiornati modelli di sviluppo”.
E ha elencato le cose da fare: “Innanzitutto rottura di un inaccettabile isolamento della città, ferrovie, strade e infrastrutture immateriali”.
“In secondo luogo – ha aggiunto De Ruggieri – la realizzazione essenziale del servizio su ferro urbano, il completamento della tangenziale e la riqualificazione funzionale dello snodo strategico di piazza della Visitazione. Terzo punto, la realizzazione di uno spazio multifunzionale nel quale rispondere e comunicare i prodotti della contemporaneità culturale. Infine quarto punto, la traduzione corretta del teorema che Matera non è solo una città attraente ma debba diventare anche attrattiva per gli investimenti che sono fonte determinante di occupazione”.
Con il Patto per la Basilicata questo potrà essere fatto anche se De Ruggieri su quanto sottoscritto da Renzi e Pittella si è dichiarato “moderatamente soddisfatto, sebbene nel Patto ci siano elementi innovativi, primo fra tutti, l’impegno di realizzare zone economiche speciali che comprendano le aree a specifica valenza culturale, le cosiddette ‘Zone culturali strategiche a sostegno speciale’. “Si tratta – ha detto De Ruggieri – di ispirare, proporre, progettare, ottenere e realizzare, nuovi modelli destinati solo all’innovazione, alla ricerca, alla ricerca applicata, all’invenzione progettuale e alle Officine della Cultura in cui non c’è erogazione culturale, ma diffusione e produzione”.
Dicevamo delle contestazioni a Renzi davanti al teatro Duni. Un gruppo di appartenenti ad associazioni ambientaliste e a Sinistra Italiana, fra i quali i parlamentari Vincenzo Folino e Antonio Placido ha atteso davanti al teatro “Duni” il presidente del Consiglio che è stato accolto con fischi ed insulti, contestando soprattutto la politica energetica del Governo. A conclusione della cerimonia della firma del Patto, mentre Renzi stava andando via, uno dei manifestanti ha superato il cordone di sicurezza ed ha tentato di avvicinarsi al premier ma è stato bloccato dalla polizia.