Si è tenuta questa mattina, presso la sala Basento del Park Hotel di Potenza, la conferenza stampa che ha sancito l’avvio della campagna referendaria in favore del “SI” al referendum popolare sulle trivelle in mare, previsto per il prossimo 17 aprile.
Gli elettori saranno chiamati ad esprimersi in merito allo stop delle trivellazioni in mare, per ricerca ed estrazione di gas e petrolio, entro le 12 miglia marine dalla costa e senza limiti di tempo.
In sala, il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza e i consiglieri regionali Franco Mollica (UDC), Giovanni Perrino (M5S), Vito Santarsiero (PD), Paolo Galante (RI), Roberto Cifarelli (PD), Giannino Romaniello (SEL). Presenti inoltre il presidente dell’UPI Nicola Valluzzi e il presidente dell’ANCI Salvatore Adduce, nonché i rappresentanti di numerose associazioni.
Riuscire a cancellare la norma vigente in materia di estrazioni ottenendo la maggioranza dei “SI” non è l’unico obiettivo da raggiungere, secondo il Comitato referendario, ma sarà una sfida anche ottenere il quorum (alle ultime elezioni regionali l’affluenza è stata del 48%).
In merito all’ipotesi della perdita di posti di lavoro, il Comitato ha aggiunto che l’esito positivo del referendum non comporterebbe le perdita di alcun posto, in quanto l’attività di estrazione cesserebbe progressivamente (fino alla data di fine concessione) e non immediatamente.
“Nel corso di queste settimane ci sono state rinunce importanti delle compagnie petrolifere anche per effetto del movimento referendario – spiega il presidente Lacorazza – Io vi chiedo, se il referendum non ci fosse stato, ci sarebbero state queste modifiche legislative? Ci sarebbero state queste rinunce? Il dietrofront di compagnie e Governo già è una vittoria ottenuta con il percorso che sul piano istituzionale abbiamo provato a costruire.
“Adesso – ha proseguito Lacorazza – dobbiamo innanzitutto mettere il sigillo a queste rinunce. La dico in una battuta: il Governo ha messo la retromarcia, le compagnie petrolifere hanno messo la retromarcia, adesso dobbiamo rompere la frizione”.