La lettera aperta è stata inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell’Ambiente e della Funzione Pubblica. Con essa, i firmatari (il vice presidente nazionale dell’Associazione Italiana Esposti Amianto, Mario Murgia; Liliana Guarino per Medicina Democratica; Nicola Magnella per il WWF; Anna Maria Palermo, in rappresentanza di Libera Basilicata) eprimono perplessità in ordine alla legittimità costituzionale della legge regionale di riforma dell’Arpab.
I dubbi da dove nascono? Dal fatto che – sostengono i firmatari – la legge prevede che l’attività dell’agenzia debba essere sottoposta al controllo di legittimità e di merito della Giunta regionale. Questo violerebbe il principio di autonomia delle Publiche Amministrazioni.
E ancora. La legge si porrebbe in contrasto con quanto previsto dal D.L. 4 dicembre 1993, n. 496, convertito con modificazioni dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61, il quale – si precisa nella lettera inviata al Governo Centrale – riconosce alle Arpab “autonomia tecnico-giuridica, amministrativa, contabile”.
In pratica – si legge ancora nella lettera – “sarebbe stato corretto oltre che necessario tenere nettamente distinto il piano politico da quello tecnico-amministrativo al fine di conferire credibilità, autorevolezza ed effettiva efficacia all’agire dell’agenzia”.
Secondo i sottoscrittori della lettera, i contenuti della legge regionale non solo non sarebbero innovativi ma limitativi e non si comprende l’urgenza di una legge regionale, mentre è al vaglio del Parlamento nazionale un disegno di legge di riforma delle Arpab.
Altro motivo per il quale si esprimono perplessità è il rischio che l’applicazione della legge regionale di riforma dell’Arpab potrebbe avere sulla tutela dell’ambiente e della salute in Basilicata.