“Non abbiamo scelto Matera a caso come location per questa giornata. Matera rappresenta un esempio per il Mezzogiorno perché ha vinto non solo grazie alla sua bellezza ma soprattutto perché è riuscita a coinvolgere varie forze in un progetto che sta già dando ottimi risultati. Toccherà un po’ a noi, al Governo, al Ministero dei Beni Culturali, alla Regione, alla città di Matera lavorare perché questa grande occasione, questa opportunità del 2019, non sia soltanto un magnete che attira qualche milione di turisti in un anno particolare ma sia un contributo stabile e un’ulteriore tappa in questa riscossa, in questa rinascita di Matera e del Mezzogiorno”. Con queste parole ha iniziato il suo intervento il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, intervenuto a Matera alla conferenza “Mezzogiorno protagonista: missione possibile” organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
“Avrete il Governo al vostro fianco – ha aggiunto – ma già oggi Matera 2019 significa che il nostro Mezzogiorno può competere e può vincere se si presenta con progetti convincenti, se è capace di fare sistema. Il sud può giocare e può vincere e può mettere a frutto quella che Carlo Levi chiamava ‘dolente bellezza’ non solo per essere ricordata sul piano folklorico, sulla capacità di essere caratteristici, ma sulla capacità di mostrare il proprio volto e primeggiare attraverso questo a livello internazionale”.
“Sfidare i luoghi comuni negativi certamente non deve impedirci di guardare in faccia i problemi, problemi che abbiamo davanti come quello non risolto del divario. Sappiamo che a causa della crisi finanziaria e delle sue conseguenze, il Mezzogiorno ha ulteriormente perso nei confronti del resto d’Italia. Nel periodo tra il 2007 e il 2014, il Mezzogiorno ha perso 13 punti di Pil, mentre il Centro Nord ne ha persi circa 8. Dobbiamo dirci questi dati perché credo che al di là della discussione sull’ottimismo o pessimismo, è da questo che dobbiamo partire: e cioè dal fatto che la crisi che ci ha colpito anni fa non è stata vissuta ovunque allo stesso modo al Sud e al Centro Nord. Le distanze si sono addirittura accentuate ed è per questo che il Governo, che i governi di questi anni, quelli di cui ho fatto parte e il Governo che ho l’onore di presiedere da 6 mesi, ha considerato questa sfida del Mezzogiorno come una sfida centrale”.
“Le due Italie di cui parla Giustino Fortunato ci sono ancora se guardiamo ai macro indicatori economici e se li guardiamo attraverso la lente della crisi degli ultimi anni – ha aggiunto Gentiloni – Sul sud pesano quindi dei ritardi storici che noi riconosciamo e vediamo. Cerchiamo però di valorizzare gli innumerevoli esempi straordinariamente positivi che abbiamo sul lato delle imprese, della cultura del sociale. Nella mia breve esperienza di presidente del Consiglio ho avuto diverse occasioni di visitare centri di eccellenza come Benevento, Catania, Matera e per ultima Taormina: un volto del Mezzogiorno che tutto il mondo ci ha invidiato. Ma anche di vedere imprese all’avanguardia per tecnologie, energie rinnovabili, che sono e danno il buon esempio”. “Sappiamo che ci sono degli esempi straordinari su cui far leva. Sappiamo anche, però, che dobbiamo lavorare sulla massa critica di questi esempi, sulla loro capacità di fare sistema, di costruire un vantaggio tale che inverta la tendenza al divario e riavvicini il Mezzogiorno perché ne abbiamo oggi la possibilità per tante ragioni legate alla storia, alla tecnologia, al Mediterraneo”. “Abbiamo oggi un nuova occasione, così come l’abbiamo, avuta non cogliendola del tutto, nei decenni del dopoguerra – ha detto il presidente del Consiglio – oggi se ne presenta una nuova e dobbiamo partire da questo”.
“Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia alla realtà. Abbiamo alle spalle decenni di solitudine della questione meridionale e non possiamo lasciarla dietro e inserirla ai primi posti della nostra Agenda. Perché guardando gli altri Paesi europei ci renderemo conto che le distanze in parte si sono ridotte, mentre da noi non si sono ridotte. Sento quindi il dovere di dire che questo è un problema nazionale delle classi dirigenti italiane, della cultura, del Governo italiano: non solo un problema del Mezzogiorno”.
“Negli ultimi anni abbiamo cercato di riportare il Mezzogiorno tra le maggiori priorità del Governo, stiamo lavorando per una politica meridionalistica di tipo nuovo, a cui dentro c’è dal punto di vista del Governo innanzitutto l’idea di una collaborazione tra le diverse istituzioni. Abbiamo fatto anche un’operazione simbolica mettendo a De Vincenti il cappello di Ministro per la Coesione e anche di Ministro per il Mezzogiorno”.
“Credo che li lavoro del ministro De Vincenti stia confermando che questo simbolo ha un senso per che poi si traduce in parti, in accordi, in collaborazioni tra le diverse istituzioni, in capacità di ottimizzare i risultati. Parliamo da 30 anni di occasioni per il turismo e la cultura nel Mezzogiorno d’Italia. Chiunque oggi amministri una città o una regione del Sud sa che le occasioni, le opportunità e i numeri degli ultimi anni non hanno precedenti e che quindi oggi possiamo davvero avere un’occasione vera se ci organizziamo bene da questo punto di vista”.
“Puntare sulle città – ha detto Gentiloni – significa per noi puntare su quella che Renzo Piano ha chiamato la ricucitura delle periferie. Il Governo punta molto sul bando per le periferie che è anche un occasione per ridimensionare questa idea delle periferie basata sulla distanza dal centro. Sappiamo benissimo che non è più così nelle città contemporanee e che ricucire, ridare qualità alle antiche periferie delle nostre città, significa in molti casi intervenire su zone che diventano aree di pregio e di grande qualità. E poi significa investire sulla sicurezza. Gomorra certamente, però non dobbiamo dimenticare che se c’è una dimensione del tema della sicurezza, questa è globale, non è campale, alla quale nessuno di noi può sottrarsi e alla quale dobbiamo rispondere collaborando con le forze dell’ordine, con l’intelligence. È un problema che riguarda tutti”.
“Molti anni fa, quasi un secolo fa, Benedetto Croce tenne un discorso qui in Basilicata, a Muro Lucano, nel quale si rivolgeva alle classi dirigenti del Sud, chiedendo loro di superare le divisioni e le rivalità che fermavano lo sviluppo del Mezzogiorno e diceva che il punto che decide dell’efficacia di ogni riforma è sempre questo: se vi sia o non vi sia la disposizione a considerare e trattare noi stessi come strumenti di un’opera che va oltre di noi. È un problema di risorse o non è un problema di risorse? Per certi versi io credo che noi abbiamo risposto positivamente in questi anni al tema dell’utilizzo delle risorse, utilizzando molto meglio i fondi europei rispetto a 10 anni fa e voglio ricordare che solo nell’agosto scorso il Cipe ha assegnato oltre 13 miliardi per gli interventi previsti nei patti firmati con le Regioni delle città del Mezzogiorno. Ma l’attenzione al fatto che si tratti di risorse addizionali, al fatto che negli investimenti pubblici ci sia una quota determinante riservata al Mezzogiorno è un’attenzione che questo Governo ha e tende assolutamente a mantenere”.
“Abbiamo molti progetti – ha spiegato – 691 cantieri aperti, attività operative in corso per un valore di circa 6,3 miliardi di euro. E poi ci sono ulteriori progetti attivati. Credo che con questo messaggio possiamo almeno attenuare, non dico cancellare del tutto, l’idea che investire al Sud comporti il rischio di sprecare delle risorse. Perché non è così, perché gli esempi di questi cantieri, di queste opere, ci dimostrano che si può investire al sud. Nel recente decreto per il Mezzogiorno abbiamo anche voluto impegnare le amministrazioni centrali per destinare alle regioni meridionali un volume complessivo di stanziamenti ordinari proporzionale alla popolazione, con forte impegno sul rispetto del principio di equità retributiva. Abbiamo anche deciso di rafforzare il credito di imposta per gli investimenti, aumentando le aliquote per le imprese, elevando l’ammontare massimo di ciascun progetto di investimento sul quale si applica il credito d’imposta per le piccole e le medie imprese e rendendo possibile di cumulare il credito di imposta con altri aiuti di stato nel rispetto dei limiti della normativa europea. Sono incentivi cumulabili che anche qui segnalano una svolta”.
“Il messaggio – ha affermato il presidente – è che oggi investire nel Mezzogiorno è forse fiscalmente vantaggioso come non è mai stato e quindi è il momento di investire nel Mezzogiorno: lo dico con chiarezza alla imprese, al mondo del lavoro, alle autorità e alle istituzioni locali. Per noi c’è un interesse nazionale che viene al di sopra di tutto ed è che da questi investimenti ci aspettiamo soprattutto la crescita del lavoro”.
“I dati dell’ANPAL parlano di 56 mila posti di lavoro da gennaio a oggi, dati per me molto incoraggianti perché tutti sappiamo che una delle difficoltà del nostro sistema è sempre stato quello delle politiche attive del lavoro”.
“C’è poi il grande tema delle infrastrutture molto sentito anche qui in Basilicata – ha affermato il presidente del Consiglio – sapete dello stanziamento di 210 milioni di euro per il completamento della linea ferroviaria Ferrandina – Matera e sappiamo che ancora molto bisognerà fare per colmare, qui in Basilicata, il divario infrastrutturale. C’è un impegno per il rilancio della rete ferroviaria al Sud: le Ferrovie stanno investendo molto sulla Napoli – Bari e domani inauguriamo ad Afragola la stazione dell’alta velocità”.
“Infine c’è la questione dei porti: da ministro degli Esteri sono stato al Banco di Napoli alle presentazioni sulla situazione dei traffici nel Mediterraneo. Smettiamola di guardare al Mediterraneo soltanto come a un fattore di crisi e di tensione perché certamente le crisi e le tensioni non mancano ma vi assicuro che il combinato disposto da questa nuova strategia cinese e il raddoppio del canale dei Suez, porteranno nel Mediterraneo uno sviluppo staordinario dell’attività portuale”.
“Abbiamo quindi un percorso davanti a noi a cui il mio Governo cercherà di contribuire continuando nella sua azione, proseguendo nelle riforme, proseguendo nelle iniziative che vanno nella direzione di cogliere questa opportunità”.
“Il messaggio con cui vorrei concludere è semplicemente questo: non credo che dobbiamo dividerci tra ottimisti e pessimisti, sappiamo tutti che la realtà del Mezzogiorno è una realtà che ha grandi fattori positivi e che tuttavia registra ancora un divario. Sappiamo, come avvertiva Giustino Fortunato, che l’avvenire dell’Italia è tutto nel Mezzogiorno e che questo è più vero che mai. La cosa nuova che io credo dobbiamo cercare di far nostra, uscendo da questi 20 anni di solitudine del Mezzogiorno, è che ora c’è un’opportunità che ci deriva dal contesto in cui operiamo. Il contesto Mediterraneo, il contesto del turismo, il contesto tecnologico, delle possibilità di investimento facilitate che ci sono nei nostri territori al Sud, il contesto di classi dirigenti, imprenditori, organizzazioni del lavoro che sono pienamente consapevoli di questa occasione. Un salto della rana è possibile perché ci sono le condizione che lo rendono possibile. Mi auguro che con l’impegno di tutti voi questo salto sarà nel giro di alcuni anni una realtà e quello che posso assicurarvi è che nella mia responsabilità il Governo cercherà di dare il massimo contributo perché il Sud protagonista non sia soltanto uno slogan ma sia, nei prossimi anni, un pezzo di una nuova realtà”, ha concluso Gentiloni.
Il video completo della giornata su http://www.governo.it
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