Domenica 15 maggio 2022 – “Siamo decisamente contrari alle ipotesi di reintroduzione dei voucher, di cui si parla da qualche tempo, spacciata per “valido strumento” per contrastare il sommerso e persino per creare lavoro in settori carenti di manodopera quali l’agricoltura, il turismo e il commercio”.
Lo sostiene Vincenzo Tortorelli, segretario generale della Uil di Basilicata che ricorda i dati dell’Osservatorio sul Lavoro Precario.
“Dall’Osservatorio sul lavoro precario -afferma – apprendiamo che in Basilicata, a seguito delle modifiche introdotte con l’abolizione dei voucher, lo scorso anno i contratti di lavoro occasionali sono stati in media 13mila al mese con una media di 220mila ore lavorative in totale/mese a cui aggiungere 18mila lavoratori al mese per altre 420 mila ore lavorative in totale/mese avviate con il “libretto di famiglia” nuovo strumento introdotto. SEGUE DOPO LA PUBBLICITA’.
È la conferma che – prosegue Tortorelli – il precariato è duro da sconfiggere e proprio perché il report Unioncamere-Anpal prevede l’assunzione entro luglio dicirca 13mila stagionali, di cui più di un terzo per le attività turistiche, non si deve tornare ai voucher.
Pensare che la ripartenza del nostro tessuto produttivo è occupazionale possa passare attraverso ulteriori forme di lavoro ad altissimo rischio precarietà non ci trova assolutamente d’accordo.
Siamo stati da sempre fortemente contrari a questo strumento e continuiamo a esserlo, a maggior ragione oggi che dobbiamo rimetterci in moto nella costruzione di un mercato del lavoro post pandemia più forte e strutturato, che dia maggiori garanzie e diritti alle lavoratrici e lavoratori, anche in tema di formazione e salute e sicurezza sul lavoro.
Occorre riportare al centro del dibattito la valorizzazione e l’investimento in occupazione stabile, a tempo indeterminato.
Basta con strumenti che abbassano o annullano tutele e diritti.
Basta con la precarietà e il lavoro nero.
Come dice il nostro Segretario nazionale Pierpaolo Bombardieri alle imprese: aboliamo la flessibilità selvaggia, teniamo i contratti a termine solo per le sostituzioni e i picchi produttivi.
Conviene a tutti.
Il modello spagnolo, con la proposta lanciata da Bombardieri al tavolo del Ministro Orlando un paio di mesi fa, conclude Tortorelli – può funzionare anche da noi”.
Cosa prevede il modello spagnolo
“Nella riforma di Madrid si rendono più costosi i contratti a brevissimo termine, fino a 30 giorni. – spiega Bombardieri – E si rafforza il ruolo delle causali. In Italia invece abbiamo contratti precari molto più convenienti di quelli stabili. Noi chiediamo che costino di più. Dal 2008 ad oggi su 24 milioni di contratti depositati in Inps appena 4 milioni sono indeterminati, ben 20 milioni a tempo. Il 47% poi ha durate tra un giorno e un mese“.