Giovedì 30 dicembre 2021 – In piena quarta ondata, arriva l’ufficialità del prolungamento, almeno per il primo trimestre 2022, dello stato di emergenza pandemica e si ripropone con forza il tema del futuro del personale precario sanitario assunto da marzo 2020 per fronteggiare l’onda d’urto sul nostro sistema sanitario causato dal Covid, ma anche per continuare a garantire i livelli essenziali di assistenza in un settore che da anni soffriva di importanti e strutturali carenze di personale.
In attesa di certezze sulle norme nella legge di bilancio per la stabilizzazione di questo personale precario che ha lavorato nel periodo di emergenza Covid e del piano straordinario di assunzione che da anni è diventato una battaglia della Fp Cgil, anche in Basilicata ci troviamo a fare i conti con i rinnovi dei contratti precari.
E’ quanto si afferma in una nota della FP Cgil, con la quale si precisa che “se l’Irccs Crob ha rinnovato sino al prossimo 31 dicembre 2022 i contratti precari con clausola risolutoria, l’Asp Basilicata, dopo aver prorogato fino a un massimo di 36 mesi i contratti del personale infermieristico, secondo quanto da noi a più riprese richiesto, ancora una volta ha scelto di mettere in atto una vera e propria discriminazione tra lavoratori.
In seguito a voci che circolavano, avevamo già scritto a inizio dicembre all’Azienda sanitaria chiedendo che i rinnovi del personale a tempo determinato in scadenza non si basassero sulla tipologia dei contratti stipulati, ma avessero tutti la medesima proroga, così come già avvenuto con gli infermieri. Una proroga che chiedevamo fosse a 36 mesi, equiparando gli altri lavoratori a tempo determinato al personale infermieristico. Ciò sarebbe stato possibile attraverso l’utilizzo della medesima clausola risolutoria, più che cautelativa per l’azienda, già utilizzata qualora fossero sopraggiunte nel frattempo variazioni tali da far decadere la proroga stessa.
Non solo, tuttavia, l’Azienda sanitaria di Potenza ha deciso di fare proroghe ben più brevi, ma ha fissato le scadenze contrattuali a seconda della tipologia di contratti, ovvero per quelli “Covid” al prossimo 31 marzo 2022 e per quelli a copertura di posti in dotazione organica al 30 giugno 2022.
Medesima scelta anche per l’ospedale San Carlo di Potenza, che ha prorogato i contratti “Covid” sino al 31 marzo 2022 e gli altri con un respiro più ampio.
Una decisione – si ribadisce nella nota – che riteniamo assolutamente irricevibile, in quanto la stessa crea una discriminazione tra lavoratori e aprirà la strada a contenziosi, in quanto ci si troverà nella paradossale situazione di far dipendere la proroga dei contratti da avvenimenti casuali esterni alla procedura, senza tenere in alcun conto la posizione di collocazione in graduatoria, criterio che dovrebbe presiedere alla proroga, come ovviamente è stato ai fini dell’assunzione”.