“Spero che questo sia l’ultimo 1 maggio senza lavoro”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha richiamato tutti alla
dignità che il lavoro non deve perdere.
“Ridateci la dignità”. Lo hanno chiesto anche gli oltre mille lavoratori che hanno partecipato alla manifestazione del 1 maggio organizzata da Cgil Cisl Uil a Ferrandina. Ferrandina, un luogo emblematico del fallimento di una industrializzazione che ha lasciato solo macerie e con essa migliaia di persone senza lavoro.
Si parla di settantamila disoccupati in Basilicata: un esercito. “Soldati” rimasti in trincea per anni in attesa che qualcosa cambiasse e costretti alla “ritirata”.
Non la pensano così i leader di Cgil, Cisl e Uil che hanno riaffermato l’esigenza che si parta dalle potenzialità che la Basilicata ha in termini ambientali, energetici, turistici e culturali per un progetto che porti sviluppo e posti di lavoro.
Summa, Gambardella e Vaccaro – i segretari regionali della triplice – le idee chiare ce l’hanno. Hanno bisogno di un interlocutore credibile che svolga il proprio ruolo.
L’invito è rivolto al neo presidente della Regione, Vito Bardi, che hanno sollecitato a nominare la nuova Giunta che, a distanza di oltre un mese dalle elezioni, non si è ancora insediata.
Summa, Gambardella e Vaccaro si fanno portavoce di un malessere che si registra tra chi ha perso il lavoro; tra chi lo cerca invano. Tra chi, persa ogni speranza, lo cerca altrove. Sono i migranti del terzo millennio. Intelligenze che si esportano fuori regione per non far più ritorno.
Dinanzi a questa situazione drammatica, bisogna che tutti si assumano le proprie responsabilità e insieme traccino un percorso che possa portare ad una inversione di tendenze.
Ma che sia un progetto concreto e con tempi certi.
Siamo convinti, non potrebbe essere diversamente, che non sarà semplice né facile. Ma bisogna ripartire, rivedendo cosa non ha funzionato e individuando strategie che siano compatibili con le potenzialità di una regione ricca di acqua, di petrolio ma povera di lavoro.
Quel lavoro che da Ferrandina, a nome di tutti disoccupati, hanno chiesto a viva voce i partecipanti alla manifestazione indetta dai sindacati.
Non bisogna deluderli. Chiedono solo un loro diritto sancito dalla Costituzione, come ha ricordato il Presidente Mattarella.
Un diritto troppo spesso calpestato.
Se ne ricordino tutti all’indomani del 1 maggio che non deve rischiare che possa divenire una semplice ricorrenza. Se ne ricordi anche il Governo e metta in campo risorse per sostenere realmente lo sviluppo e non fare puro assistenzialismo, come denunciato dai sindacati.
Il Papa, ci piace ricordarlo, ha definito la mancanza di lavoro la “tragedia mondiale di questi tempi”.
È tragico tornare a casa e “non sapere cosa dire ai propri figli che probabilmente non hanno di che nutrirsi”, come ha detto un operaio intervistato da un giornalista.
Come si può non dargli ragione!