“Fate presto”, l’appello di Davide Di Bono, Presidente del Consiglio degli Studenti dell’università di Basilicata

'intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2022-2023 dell'ateneo lucano

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Martedì 7 marzo 2023 – Di seguito l’intervento di Davide Di Bono, Presidente del Consiglio degli Studenti dell’università di Basilicata.
“Il quarantennale del nostro Ateneo ha ispirato in noi una riflessione profonda sul perché l’Università sia nata, sul percorso fatto in questi anni e sulle sfide che l’attendono. Il sogno Unibas era sui tavoli istituzionali già negli anni ’601 ma tutti sappiamo che si è concretizzato soltanto in seguito a un evento doloroso: il sisma del 1980. In quel contesto si è scelto di intraprendere una ricostruzione non solo materiale ma programmatica e l’Ateneo lucano è stato fin dall’inizio un cardine di quel progetto di rinascita nella consapevolezza che la cultura salva.
L’Unibas è stata davvero un’ancora di salvezza, noi studenti ne siamo beneficiari, e da questa certezza muove il discorso che oggi vi rivolgo, sicuro che la sua attualità risuoni con un’eco sempre maggiore: l’Università salva, la cultura salva.
L’Università statale salva perché offre un diritto inviolabile per la crescita della persona: il diritto allo studio; salva perché offre ai giovani di aree fragili prospettive di crescita e di restanza; salva perché offre al territorio opportunità di sviluppo.
È difficile pronunciare queste parole mentre continuiamo ad essere scossi da notizie di giovani vite che non siamo riusciti a salvare. La nostra generazione vive il disagio di un sistema che soffoca con la pressione sociale, che abbaglia con il mito dell’eccellenza. In questa narrazione chi non è perfetto, chi ha difficoltà e persino chi vive un percorso di studi “normale”, viene emarginato. L’ISTAT parla di 500 suicidi annui di under 342, con un altissimo tasso di giovani che si dichiarano insoddisfatti della loro vita3.

Ai nostri colleghi e colleghe vorremmo dire: aiutiamoci e non abbandoniamoci. Alle istituzioni invece: aiutateci a rendere più inclusiva la realtà in cui viviamo, recuperando la centralità della persona nelle scelte politiche ed economiche.
Mi rivolgo a tutti voi, rappresentanti delle istituzioni. Aumentiamo gli investimenti per le residenze universitarie e poniamo un calmiere agli affitti, perché avere un alloggio è condizione necessaria all’esercizio del diritto allo studio, non un privilegio. Faccio riferimento ad esempio alla situazione della città di Matera, priva di una casa dello studente. Facciamo sì che gli spostamenti della popolazione universitaria avvengano su strade e mezzi sicuri, con tariffe non soggette a speculazione, soprattutto in una regione con gravi carenze infrastrutturali. Garantiamo insomma il diritto allo studio, a tutto tondo, rafforzando i suoi pilastri ogni giorno.

In Basilicata e nel nostro Ateneo troviamo anche esempi virtuosi: penso all’erogazione delle borse di studio per il 100% degli idonei oppure allo sportello di ascolto psicologico Unibas.
La nostra università quotidianamente adempie al ruolo demandatole dallo statuto e dalla legge istitutiva ma, come Ateneo lucano, subiamo un sistema universitario che a causa di un’iniqua suddivisione delle risorse, svantaggia le realtà accademiche più piccole.
Non è il tempo della pietà tardiva né del dare colpe; è il tempo di assumerci le responsabilità e condividerle, ognuno secondo il proprio ruolo, per individuare soluzioni efficaci a problemi complessi.

All’indomani di una pandemia e nel pieno di una crisi economica ed ambientale, con una guerra alle porte dell’Europa, le Università possono esercitare un concreto ruolo, io credo politico oltre che scientifico, nell’affermare i principi del pacifismo e del libero scambio di persone, idee e progettualità, senza muri. Credo sia nostro dovere cogliere l’invito quotidiano del Presidente Mattarella a farci portatori del confronto e del multilateralismo. Con questo spirito abbiamo promosso programmi di scambio con Atenei di tutto il mondo e cerchiamo di incentivare la mobilità internazionale, per allargare gli orizzonti e rafforzare il senso di identità europea di noi giovani. Non possiamo dimenticare, però, che il diritto allo studio viene negato a molti ragazzi come noi, per questo il nostro pensiero va agli studenti e alle studentesse di Siria e Turchia, a quelli d’Ucraina e delle altre regioni del mondo in guerra o provate da regimi che opprimono le libertà individuali e collettive. Per questo siamo lieti di avere qui Pegah Moshir Pour, attivista per i diritti umani e digitali nonché nostra ex collega.

Con lo sguardo agli scenari internazionali dobbiamo farci trovare pronti, compiendo scelte positive per il futuro. Penso alle basi poste per l’ampliamento dell’offerta formativa, con l’istituzione dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Penso anche all’ampliamento e al miglioramento dei servizi.
Abbiamo da poco riaperto il Centro sportivo ma restano ancora numerose sfide nei tre poli universitari e dobbiamo adoperarci per evitare che si allarghi lo squilibrio tra di essi. Se abbiamo prolungato l’orario di apertura della Biblioteca d’Ateneo a Potenza, è da evidenziare però l’assenza di servizi bibliotecari nella sede di Matera, la stessa città onorata come Capitale europea della cultura 2019. Dobbiamo porci allora un interrogativo di fondo, che adesso sorge spontaneo: crediamo davvero nella cultura e nei giovani?

Presidente Bardi, in una regione in emergenza demografica non c’è più tempo: tuteliamo i laureati nella fase d’inserimento nel mondo del lavoro, favoriamo la loro permanenza in Basilicata, stimoliamo in tal senso il tessuto economico. Diversamente costringeremmo i più a cercare altrove la propria realizzazione personale. Pensiamo anche ai giovani che rientrano nella numerosa fascia dei NEET, gran parte dei quali nelle regioni del Sud.

Sindaci di Potenza e di Matera, anche a voi dico non c’è più tempo. È il momento di rendere i capoluoghi città realmente universitarie, ampliando i servizi e portando i giovani al centro delle vostre politiche. Gli investimenti per le giovani generazioni forse non avranno esiti immediati ma porranno le condizioni per città più appetibili, desiderate, scelte.

Noi rappresentanti degli studenti stiamo già lavorando negli organi di Ateneo e siamo pronti al confronto e ad interventi comuni con tutti voi, consapevoli che quanto fatto ancora non può bastare.
La Basilicata, l’Italia e l’Europa hanno già affrontato momenti di crisi dai quali si sono onorevolmente risollevate. Dopo 40 anni di vita l’Unibas desidera essere, mutuando le parole del poeta-ingegnere Leonardo Sinisgalli, il frutto di ieri, il fiore di domani! 

E siamo sicuri che il domani sarà migliore se avrà tra i perni dell’agenda politica una progettualità che valorizzi le giovani generazioni. Ora è il momento di credere nei giovani perché questi possano contribuire allo sviluppo di realtà storicamente svantaggiate e realizzare, non solo idealmente, l’unità socioeconomica e culturale della nostra Nazione.

Non c’è più tempo e, ora come allora, a nome dei giovani vi rivolgo il più che mai attuale appello: FATE PRESTO7. Grazie mille e buon anno accademico”.