È iniziata intorno alle ore 11.00 e si è conclusa con la lettura del dispositivo poco prima delle 14.00 l’udienza per il giudizio di rendiconto generale di bilancio della Regione Basilicata relativo all’esercizio del 2017. Come ogni anno la Corte dei Conti è stata chiamata ad accertare la conformità dei risultati del rendiconto della Regione alla legge di bilancio al fine di garantire “la sana gestione del pubblico denaro e del corretto uso del patrimonio pubblico”.
Presenti come di consueto le massime cariche istituzionali a partire dal governatore Vito Bardi, gran parte degli assessori reginali, il presidente Consiglio reginale Carmine Cicala ma anche il prefetto di Potenza, Annunziato Verdè, il sindaco di Potenza, Mario Guarente ed il neo questore Isabella Fusiello.
L’udienza, presieduta del presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema ha avuto il suo fulcro nella relazione del giudice Vanessa Pinto che ha analizzato nel dettaglio e con riferimento normativo le singole voci di bilancio.
“Come a tutti noto – ha affermato la Pinto – con riferimento al rendicontato per l’esercizio del 2015, lo stesso era stato respinto in toto perchè non conforme al principio di veridicità. Con il rendiconto 2016 è stato riscontrato l’avvio di un serio percorso di riconduzione nell’alveo del principio essenziale di veridicità con l’emissione di circa 23 mln di euro di disavanzo”.
Presente, come detto, il governatore Vito Bardi che nel suo intervento ha anticipato con chiarezza la sua ferma intenzione quale presidente della Regione, ma anche di tutta la Giunta da lui presieduta, di impegnarsi sin da ora e per l’intera legislatura a far si che il bilancio della Regione possa diventare lo specchio e la rappresentazione di una gestione improntata sui canoni della trasparenza, della veridicità dell’attendibilità, della sostenibilità, dell’efficienza e dell’efficacia.
Con l’emanazione della sentenza e la lettura del dispositivo in aula la Corte ha parificato con eccezioni il bilancio 2017 della regione Basilicata. Le eccezioni si riferiscono, tra l’altro, “alla parte accantonata, come risultato di amministrazione al 31 dicembre 2017”, al “fondo per i crediti di dubbia esigibilità”, ad alcuni residui attivi, ed al fondo rischi. Sollevate altresì dai togati eccezioni di costituzionalità relativi alla legittimità di alcune norme regionali che si riferiscono al contratto giornalistico per gli uffici stampa, stipule dei contratti che, a loro dire, seguirebbero il regime giuridico applicabile al settore pubblico e non a quello giornalistico. Evidenziate inoltre “problematiche sull’effettiva consistenza delle entrate previste”.