Sono i villaggi turistici, alberghi e complessi residenziali delle costa ionica e tirreniche i maggiori morosi nei confronti di Acquedotto Lucano che vanta complessivamente un credito di cinquemilioni 500mila euro.
Dopo l’invio di avvisi bonari, solleciti telefonici e lettere raccomandate, sono stati inoltrati telegrammi ultimativi che, nella maggior parte dei casi, non hanno avuto alcun riscontro. Pertanto, a partire da giovedì prossimo, Acquedotto Lucano avvierà la sospensione della somministrazione dell’acqua potabile, ai sensi del Regolamento del Servizio idrico integrato.
Un’attività della quale sono state informate anche le prefetture e i sindaci e che rappresenta un’azione obbligatoria, a fronte di quella che spesso si configura come un’assoluta inadempienza rispetto agli impegni contrattuali: un danno per Acquedotto Lucano, che svolge la propria attività grazie al corrispettivo per il servizio reso alla comunità , ma anche per tutte le famiglie che invece pagano regolarmente le fatture, consentendo, di fatto, che il servizio sia reso anche a quanti non fanno altrettanto.
A subire la sospensione del servizio saranno utenze la cui morosità è superiore a 10.000 euro e a volte supera anche i 100.000 euro: imprese – spesso di fuori regione – che proprio dai consumi idrici traggono i loro profitti. In un centinaio di casi, i telegrammi sono stati inviati sin dallo scorso mese di dicembre, ma evidentemente – con la stagione estiva ancora lontana – i destinatari non hanno ritenuto di manifestare alcuna preoccupazione per la paventata sospensione del servizio.
“Oltre ad essere un’attività obbligatoria per il recupero del credito scaduto – commenta l’amministratore unico di Acquedotto Lucano, Michele Vita -, quella che stiamo ponendo in essere è un’iniziativa che non ha nessun intento vessatorio, ma è finalizzata a garantire uguali diritti a tutti i cittadini, un’iniziativa di civiltà e di giustizia nei confronti di tutti i lucani”.