Un provvedimento cautelare d’urgenza disposto dalla Procura dellsa Repubblica di Potenza quello del sequestro, effettuato dai carabinieri del Noe, delle vasche di raccolta delle  acque  di falda e della relativa condotta  di scarico  a mare dell’impianto “ITREC” (Impianto di Trattamento  e Rifabbricazione Elementi Combustibili Nucleari) di Rotondella, gestito da “SOGIN spa, e dell’adiacente impianto “ex MAGNOX” in area ENEA.
Un provvedimento per evitare che si potesse continuare a sversare direttamente in mare, come avvenuto nel passato, acqua contenente sostanze non radioattive ma fortemente inquinanti utilizzate per  il trattamento ( cosiddetto riprocessamento) delle barre di uranio/torio collocate nel sito ITREC. Ciò avrebbe potuto creare ulteriori problemi alla salute e all’ambiente.
Nell’acqua come nelle falde sottostanti l’impianto sono state infatti riscontrati Cromo VI e Tricloroetilene, sostanze pericolose e cancerogene.
Per la presenza di queste sostanze altamente inquinanti l’acqua doveva essere trattata prima di essere immessa in mare. Invece così non è stato. Lo sversamento è avvenuto direttamente attraverso una condotta che collega l’impianto e s’inoltra nello Jonio fino a qualche chilometro dalla riva.
I reati contestati dai magistrati sono inquinamento ambientale, falsità ideologica, smaltimento illecito di rifiuti e traffico illecito di rifiuti per i quali cinque persone, a vario titolo, sono indagate. Al momento non è dato sapere i nomi. Si tratterebbe dei referenti dei procedimenti di controllo e smaltimento delle acque.

Il seguestro preventivo adottato dalla Procura non bloccherà in alcun modo le attività di decommissionamento del sito nucleare, che, pertanto, potranno e dovranno normalmente proseguire “ma – si legge in un comunicato a firma del Procuratore Francesco Curdo – “obbligherà i responsabili dei siti,sotto la diretta vigilanza di guesto Ufficio, ad adottare le indispensabili misure a tutela dell’ambiente e della salute pubblica che fino ad oggi non erano state prese“.

Dal 2015 si sapeva dell’inquinamento delle falde 
Da dire che già il 4 giugno 2015  la Sogin aveva comunicato con una nota inviata alle autorità competenti “la potenziale contaminazione delle acque sotterranee rilevata nel sito”.
Successive analisi dell’Arpab confermarono la presenza di cromo e tricloroetilene in misura superiore alla norma.

Raggiunto per telefono, il sindaco di Rotondella, Vito Agresti, ha confermato che in un incontro avuto nel pomeriggio con i dirigenti dell’impianto, gli è stato confermato che “le sostanze riscontrate nell’acqua non sono assolutamente radioattive, sebbene inquinanti”.