Non ci sarebbe stato nessun inquinamento ambientale e si è “sempre operato nel rispetto della legge”.
E’ quanto precisano i responsabili di Tecnoparco in merito alla notizia da noi pubblicata (vedi articolo) sulla conclusione delle indagini relative ad un ipotizzato smaltimento di liquami nel Basento e conseguente richiesta di rinvio a giudizio di otto persone, tra le quali i responsabili della società.
Nel precisare che di tale richiesta non avevano alcuna notizia se non quella pubblicata dagli organi di stampa, nella nota inviataci si ribadisce “l’assoluta serenità della Tecnoparco che deriva, oltre che dalla piena coscienza di avere sempre operato nel rispetto della legge, anche dall’assoluta fiducia nell’operato della Magistratura che, certamente, appurerà la verità dei fatti nelle sedi opportune”.
In riferimento all’ipotizzato sversamento di reflui nel Basento, “ dalle stesse fonti qualificato come derivante da eventi naturali e non prevedibili” si precisa che “è terminato in data 08/03/2012 e non è mai proseguito oltre. Di tanto, evidentemente, si dà atto anche nel provvedimento di conclusione delle indagini preliminari.
Tali fatti sono oggettivi ed incontrovertibili.
Inoltre, – prosegue la nota di Tecnoparco – a riprova della diligenza dei comportamenti della scrivente, non appena si è avuta notizia di tale evento, si sono immediatamente attivate tutte le procedure previste dalla legge: azioni di messa in sicurezza e caratterizzazioni analitiche.
Da tali caratterizzazioni è emerso che la porzione di suolo interessata dallo sversamento non ha subìto alterazioni misurabili e significative, tanto che le operazioni di caratterizzazione condotte ai sensi del comma 2 dell’art. 242 del d.Lgs 152/06, hanno sancito il mancato superamento delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) finanche per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale di cui alla colonna A della Tab. 1 dell’allegato 5 alla parte IV, titolo V, del D.lgs. 152/06. Lo sversamento era dunque inidoneo a causare un danno all’ambiente.
A valle del ripristino della condotta fognaria, avvenuto dopo l’assenso della Provincia del 30/03/2012, questa è stata utilizzata SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per le acque reflue industriali (tali erano qualificabili quelle prodotte dalla ditta DROP) che venivano inviate al depuratore di Macchia di Ferrandina, autorizzato per l’appunto al trattamento delle acque reflue ed allo scarico.
In concomitanza con gli eventi meteorici che hanno caratterizzato i primi giorni del dicembre 2013, in via precauzionale, la condotta fognaria a servizio dell’area industriale di Ferrandina, fu preventivamente messa fuori servizio avvertendo immediatamente gli utenti di sospendere gli scarichi. Anche di ciò si hanno evidenze oggettive.
Come si paventava, effettivamente la condotta si danneggiò nuovamente e, grazie all’azione preventiva posta in essere, non vi fu alcuno sversamento. Per poter proseguire le proprie attività industriali, la ditta DROP ha inviato le proprie acque reflue, a mezzo autocisterne, presso l’impianto di trattamento di Pisticci Scalo, autorizzato al trattamento di rifiuti liquidi in virtù dell’AIA n. 1387 del 01/09/2010.
Quindi – si puntualizza nella nota – possiamo affermare con assoluta certezza, e in virtù di elementi oggettivi ed incontrovertibili, che a far data dal 08/03/2012 nessun sversamento si è verificato e che le analisi puntualmente e ritualmente svolte non hanno evidenziato il benché minimo superamento dei limiti di legge fissati per la qualità delle matrici ambientali interessate.
Tutto ciò premesso, rimaniamo fiduciosi nell’operato della magistratura e confidenti di riuscire a dimostrare nelle sedi opportune la liceità del nostro operato e di quello di tutti i nostri dipendenti”.
Nella foto di copertina de “La Nuova del Sud”: impianto Tecnoparco.