C’era qualcosa di straordinario nei sacrifici della povertà vista dagli occhi di un bambino. Era quella voglia di riscatto, la voglia di scalare il mondo per cogliere il fiore più bello e profumato e regalarlo alla propria madre. Ma c’era anche qualcos’altro: la vita di cui riuscivi ad assaporarne l’essenza.
Il mondo visto oggi ha poche prospettive, comunque lo si guardi è troppo stretto, troppo compresso, tutto troppo vicino, pochi spazi e troppi spigoli.
Dj Television, le pene d’amore, le partite a pallone, Jerry Calà, Sapore di Sale, Drive in, il duplex, la moquette, la carta da parati, il cornetto Algida che era un cuore di panna, i gettoni che erano sempre troppo pochi per dirsi tutte le parole del mondo, i lenti strazzamutande nelle vecchie stanzette, le bici lanciate a mille senza freni, e i motorini a pedali, i capelli col gel, le Timberland i Levi’s e gli zainetti Invicta. Panianaro o Tozzo? E le canzoni io le ricordo ancora, oggi, invece, ci sono più cantanti che canzoni, più scene che emozioni, talmente tanti sono che si dividono le sagre di tutte le contrade d’Italia pur di fare un’apparizione. Mi manca il pentapartito, la guerra fredda, le città calde di agosto dove il caldo e l’estate erano un binomio normale, mentre oggi devi vivere con l’ansia che vecchi donne e bambini devono bere, farsi i vaccini, mangiare molta frutta, fare molto jogging, eccheeccazz! Per non considerare che ovunque è guerra, violenza, orrore, brutalità. Il Vietnam nonostante tutto aveva una narrazione: sociale, politica, musicale, filmica. La Siria no.
Non ci sono nemmeno più i bomber di una volta ma solo mezzi fighetti che fanno il bagno a Formentera, in Sardegna o a Ibiza. Anche il pallone è più leggero e segue traiettorie strane.
C’era Cortina e Panarea, Capri e Saint Moritz, la Milano da Bere, Roma Capoccia, Napul’è, il Cumenda, l’operaio, il commerciante, il rappresentante di commercio, il medico, il terrorista e il carabiniere, la maestra e il professore, il prete ed il figlio del prete. Ora eccoci qui tutti sempre più piccoli, tutti un po’ di tutto e quindi nulla di nulla, poveri, tristi, arrabbiati, arrapati, feroci ma mai indignati piuttosto piegati, naturalmente a “novanta”.
Eccoci sperare nelle città del futuro, smart, easy, fantasy, digital, social, yeah, mentre i fiori appassiscono abbandonati agli angoli delle strade e tutti viaggiano su autostrade informatizzate.
Triturato da questo progresso vorrei essere un decesso mobile, scriverò dunque un post, ai posteri l’ardua sentenza.