Sarà battezzato “Matera” l’asteroide, frammenti del quale sono caduti sulla Citta’ dei Sassi

I frammenti saranno trasferiti nei Laboratori del Gran Sasso, per misurare gli isotopi. Seguiranno le indagini petrografiche e di microscopia ottica ed elettronica

276

Lunedì 20 febbraio 2023 – È l’asteroide dei primati, quello caduto nel pomeriggio di San Valentino nelle campagne di Matera nord, proprio sul balcone di casa dei fratelli Pino e Gianfranco Losignore. Un evento straordinario, perché i frammenti recuperati sono assolutamente incontaminati, come fossero stati prelevati direttamente nello spazio.
E’ stato confermato nel corso di una conferenza stampa coordinata dal Sindaco di Matera, Domenico Bennardi alla quale hanno partecipato tra gli altri Giovanni Pratesi dell’Università di Firenze, Daniele Gardiol (in videocollegamento) dell’Inaf di Torino e coordinatore nazionale della rete Prisma, la Prima Rete Italiana per lo Studio delle Meteore e dell’Atmosfera dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Dario Barghini e Carmelo Falco di Rete Prisma.
Frammenti – è stato precisato dagli esperti – assolutamente incontaminati perchè sono caduti sul balcone e non a terra, merito dei fratelli Losignore che li hanno recuperati in modo “asettico”.

I partecipanti alla conferenza stampa

I frammenti saranno trasferiti nei Laboratori del Gran Sasso, per misurare gli isotopi. Seguiranno le indagini petrografiche e di microscopia ottica ed elettronica. Coinvolta anche la Open University (Inghiterra) per le indagini con isotopi a ossigeno. La certificazione dell’organismo internazionale giungerà a conclusione dell’analisi dei risultati: “Noi ci attendiamo informazione importanti – ha detto Pratesi – che riguardano le origini e lo sviluppo del nostro sistema. Il materiale è interessante e in quantità sufficiente per condurre tutte le analisi necessarie”.

Un evento che, con questi contorni, è avvenuto circa 100 anni fa l’ultima volta e permetterà ai ricercatori di capire tanto di più sulle origini dello spazio, databili circa 4,5 miliardi di anni fa. Un evento unico per la natura del materiale recuperato e perché incardinato in altri due episodi simili e consecutivi, avvenuti il 13 febbraio in Francia e il 15 in Texas. Al momento non ci sarebbe alcun collegamento tra le tre “cadute”, ma gli studiosi non escludono nulla. Ora servirà circa un anno per poter comprendere cosa nascondono questi frammenti del bolide di San Valentino.
I ricercatori hanno già anticipato che sarà battezzato “Matera”, in onore della città dei Sassi che tanto ha fatto per agevolarne il recupero e la perfetta conservazione.
Il percorso sarà accompagnato da una serie di eventi scientifici e divulgativi, che la rete “Prisma” (una sorta di osservatorio da terra degli asteroidi in caduta), organizzerà nei prossimi mesi a Matera. Ora la priorità sarà della ricerca, perché si tratta di un materiale molto delicato e friabile, quindi sarà di vitale importanza procedere in modo tempestivo. Dopo il ritrovamento del meteorite Cavezzo, avvenuto ai primi di gennaio del 2020, i calcoli eseguiti dagli hanno fatto nuovamente centro, stavolta indicando nella zona Nord di Matera. Quindi, questa è la seconda meteorite italiana, dopo quella di Cavezzo avvenuto ai primi di gennaio del 2020, ritrovata con un metodo sistematico, ovvero in modo programmato e scientifico grazie ai calcoli degli esperti della rete Prisma. Un’ultima curiosità: L’ultimo pezzo più consistente (ma meno pregiato perché contaminato da terreno), caduto nei pressi dell’abitazione dei Losignore, è stato trovato da Pierluigi Cox e Silvia Padilla dell’Associazione astrofili di Terni, ovvero la città di San Valentino: l’ennesima curiosa coincidenza!