Nel rapporto della Direzione Distrettuale Antimafia relativo al primo semestre 2016 confermato quello che si è sempre temuto: che la Basilicata possa essere particolarmente esposta alle influenze criminali di Campania, Puglia e Calabria.
Nel rapporto si parla di “contaminazione”.
A queste conclusioni (sulle quali certamente si farà riferimento in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario prevista stamane – n.d.r.) la DDA è giunta sulla base degli episodi verificatisi lo scorso anno nella nostra regione che hanno avuto come protagonisti malavitosi campani, pugliesi e calabresi:
– arresto a Vietri di Potenza di un pluripregiudico napoletano, facente capo al clan camorristico “Amato-Pagano” di Melito di Napoli;
– cinque cerignolani responsabili della tentata rapina in danno di una gioielleria di Matera;
– un incensurato barese responsabile di una rapina ad un istituto bancario del medesimo capoluogo;
– A Matera e a Pisticci è stata anche riscontrata la presenza di personaggi della criminalità organizzata barese – da tempo collegata con la criminalità delle più vicine città di Altamura e di Gravina in Puglia – e di esponenti della sacra corona unita.
L’attività di Magistratura e Forze dell’ordine
I gruppi criminali operativi sulla provincia di Potenza, nonostante la costante azione di contrasto messa in campo dalla Magistratura e dalle Forze di Polizia, appaiono – si legge nel rapporto della DDA – ancora in grado di esercitare pratiche estorsive nei confronti di esercizi commerciali (tra i quali, in particolare, bar e ristoranti) e di aziende di dimensioni medio/grandi.
In tale ambito, si fa riferimento ai risultati ottenuti con l’operazione di polizia denominata “Slurp”, eseguita a Potenza nel mese di gennaio dalla Polizia di Stato, grazie alla quale è stato possibile documentare come alcuni pregiudicati in regime di semilibertà, ammessi allo svolgimento di attività lavorative (in virtù di “false assunzioni”), avessero nel frattempo compiuto una serie di violenze ai danni dell’amministratore di una società, al fine di indurlo a ritrattare le dichiarazioni che lo stesso aveva fatto alla polizia giudiziaria e con le quali aveva denunciato uno dei propri soci per le citate false assunzioni.
Nel corso del semestre, l’azione di prevenzione e contrasto si è concentrata, sia sulla provincia di Potenza che su quella di Matera sul settore della raccolta illecita di scommesse sportive.
Oltre alla denunzia, per assenza delle prescritte licenze, di numerosi gestori di locali ed esercizi pubblici, sono stati infatti sottoposti a sequestro anche i terminali in uso, in molti casi dotati di software illegali utilizzati per la raccolta delle giocate per conto di bookmakers esteri.
L’impegno delle istituzioni è stato rivolto in maniera consistente anche alla repressione dei traffici di stupefacenti, alla sicurezza agro-alimentare, al contrasto del “lavoro nero” e alla prevenzione dei reati di natura ambientale.
In proposito, una tranche dell’inchiesta della D.D.A. di Potenza denominata “Tempa Rossa”, conclusa nel mese di marzo, ha fatto luce su un consistente traffico e smaltimento di rifiuti speciali.
Il territorio della provincia di Matera continua ad essere segnato da episodi di danneggiamento, anche a seguito di atti incendiari, dai quali, allo stato, appare sostanzialmente estranea la matrice mafiosa.
La criminalità di matrice straniera, per quanto meno strutturata, sarebbe particolarmente attiva nei reati di natura predatoria, in primis di metalli pregiati, come il rame e l’alluminio.
Significativo in proposito, quanto è stato da ultimo scoperto con l’inchiesta denominata “Oro Rosso”, diretta dalla Procura della Repubblica di Matera, che ha fatto luce sulle attività di una banda composta da 5 romeni, un bulgaro ed un barese (quest’ultimo in qualità di ricettatore), che aveva messo a segno numerosi furti di cavi delle linee elettriche che alimentano le province di Matera, Potenza, Bari e Brindisi, causando importanti disagi ai servizi pubblici essenziali.
La geografia della criminalità in Provincia di Potenza
Vulture-Melfese
Il territorio del “Vulture-Melfese” (comprendente i comuni di Melfi, Rionero in Vulture e Rapolla), continua ad essere caratterizzato da episodi che per loro natura potrebbero sottintendere logiche e strategie proprie della criminalità organizzata, con vari attentati incendiari nei confronti di amministratori di imprese edili. Nell’area si segnala la presenza di alcuni esponenti del clan CASSOTTA, storicamente contrapposto al clan DI MURO (ex DELLI GATTI).
Potentino
Clan MARTORANO-STEFANUTTI, con diramazioni operative nel centro Italia
Rionero . Venosa
Sarebbero operativi i MARTUCCI
Pignola
In quest’area rimarrebbe attivo il gruppo che fa capo a Riviezzi
La geografia della criminalità in Provincia di Matera
Policoro-Scanzano Ionico
Si registrano segnali di attività criminali condotte dagli storici clan SCARCIA e MITIDIERI-LOPATRIELLO, nonostante il forte ridimensionamento dovuto all’azione giudiziaria.