I primi ad essere soddisfatti erano loro: i ragazzi protagonisti del cortometraggio “Le Chiavi di Casa”. Si sono rivisti nel video proiettato nella Sala dell’Arco del Comune di Potenza durante la seduta della IV Commissione presieduta da Bianca Andretta di giovedì 23 febbraio. Erano presenti oltre a tutti i consiglieri comunali il sindaco Dario De Luca, gli assessori Roberto Falotico, Valeria Errico, Donatella Cutro e Gerardo Bellettieri.
Un cortometraggio, punto di arrivo di un percorso di autonomia nel quale loro e soprattutto i genitori non credevano. Non credevano perchè uscire dalle secche di una società fatta di pregiudizi (sono questi le vere barriere architettoniche), di pietismo che non paga, di emarginazione nel peggiore dei casi, è cosa non affatto semplice.
Le Chiavi di Casa
Questi ragazzi hanno vinto una sfida e con loro tanti operatori e volontari hanno creduto nel progetto voluto da Riccardo Biazzo e Adriano Abiusi, ricordati durante l’incontro.
Incontro che è stato voluto dalla presidente della Quarta Commissione consiliare, Bianca Andretta, che ha spiegato i motivi per i quali si è voluto presentare un’iniziativa che segna un altro importante passo verso quel progetto di autonomia di ragazzi down sul quale da anni sono impegnati i responsabili dell’associazione Aipd.
Il progetto di residenzialità breve “Le Chiavi di Casa” è stato possibile grazie al sostegno di “Fondazione con il Sud”, il partenariato dei Comuni di Potenza e Melfi, delle associazioni Crescere insieme, H – Lettera muta, Peter Pan, Solarmente Onlus, Zia Lisa, Fondazione Avisper. Il piano di comunicazione è stato curato da USB Comunicazione.
Il progetto, le finalità del quale sono state illustrate da Roberta Maulà, coordinatrice dello stesso, dalla psicologa Rosa Latorre e dall’operatrice Luana Zirpoli, è finalizzato ad avviare le persone con disabilità verso un’autonomia abitativa il più possibile indipendente. L’iniziativa ha avuto inizio a gennaio 2015 e si è conclusa a dicembre 2016. “Le associazioni che hanno dato vita al progetto continuano e continueranno a promuovere iniziative, tenendo presenti le esigenze che matureranno nel tempo”, hanno dichiarato i protagonisti.
Sul significato dell’iniziativa si sono soffermati il sindaco Dario De Luca, il presidente del consiglio comunale, Luigi Petrone, i quali hanno confermato l’impegno dell’amministrazione a sostenere quest’iniziativa.
Alcuni dei ragazzi coinvolti nel progetto hanno raccontato la loro esperienza. Qui di seguito vi proponiamo alcune delle loro testimonianze.
FABIO
“Questo progetto è stato un’esperienza che ci ha dato la possibilità di vivere da soli senza i genitori e di fare delle scelte in autonomia quali: frequentare locali, cucinare, organizzare la giornata.
Abbiamo imparato tante cose: la gestione della casa, delle spese domestiche, fare la spesa, condividere gli spazi della casa con altri ragazzi.
Tutte queste cose che abbiamo imparato ci hanno aiutato a diventare ancora più autonomi.
La mia speranza è che questo progetto si possa ripetere nell’immediato futuro in modo da poter vivere un domani in piena autonomia.
Se per caso gentilmente ci potreste aiutare a proseguire il progetto ci farebbe molto piacere”.
STEFANO
“Con questo progetto per la prima volta ci siano trovati a vivere tutti insieme in una casa senza genitori.
Come prima cosa abbiamo imparato ad attraversare la strada, guardando a destra e a sinistra.
I nostri genitori ci hanno lasciato dei soldi per andare a fare la spesa e comprare quello che ci piaceva di più. Siamo andati al cinema, a guardare Pieracconi. Abbiamo ordinato la pizza a casa e l’abbiamo pagata con i nostri soldi. Abbiamo conosciuto i ragazzi di altre associazioni ed abbiamo fatto amicizia.
Per vivere da soli abbiamo imparato a cucinare, a fare le pulizie.
Sono diventato bravissimo a fare il caffè; Mario a pulire l’insalata e Rossana a fare le pulizie.
A casa nostra è venuto Piero Lacorazza ed un attore della Ricotta.
Ogni volta prima di ritornare a casa preparavamo la valigia”.
TERESA
“Ci siamo divertire molto perchè abbiamo avuto la possibilità di spostarci dal nostro paese per venire in città e prendere il treno. Era tutto così bello: organizzarci per il pranzo, invitare i nostri amici nel nostro appartamento.
Per la prima volta abbiamo deciso noi e ci siamo rese più autonome aiutate dalla nostra operatrice Daniela e dalla volontaria Antonella.
Io personalmente non avevo mai fatto le faccende e tanto meno cucinato. Anche se con un pò di sacrificio ho imparato a fare da sola.
A me e alle mie amiche dispiace molto che il progetto sia finito e ci manca tanto la nostra casa.
Vorrei riprendere a fare le belle cose e spero che qualcuno ci ascolti.”
CARMELO
“Il progetto “Chiavi di casa” si è rivelato altamente d’insegnamento per la vita, nella nostra essenza ontologica degli esseri umani. Ogni giorno tutti noi ci troviamo ad affrontare il problema del disadattamento per una struttura oggettiva del realtà che ci rende tutti un pò disabili.
Per questo motivo, noi pazienti e portatori di un disagio non dovremmo sentirci discriminati dalla società. Ci dovemmo considerare diversamente disabili.
Questa disabilità leggera, che non ha confini netti con la normalità, ci porta a dover tentare di risolverla attraverso l’acquisizione di abilità attinte dal mondo esterno, relazionandoci con la società attraverso alcuni aspetti della social Skill. E proprio queste abilità noi abbiamo acquisito con la bravura di Nikla e Rosa, le due operatrici che ci hanno accompagnato lungo tutto il progetto.
Il relazionarci con il mondo esterno, acquisendo l’abilità di fare la spesa, dover gestire i soldi e le faccende domestiche ci ha portato a creare quei ponti attraverso i quali ci ha assimilati e uniti al mondo più normale. Ci ha fatto sentire in sintonia con il nostro più profondo sé, riscoprendo di avere una identità diversa rispetto a come le esperienze, il pregiudizio e lo stigma della società ce l’hanno fatta sentire.
Io non ho completato tutto il percorso però posso affermare che tutti noi ci siamo ritrovati ad acquisire una identità di persone con pari dignità e diritti degli altri e coscientemente capaci di affrontare la quotidianità”.