Potenza, mercoledì 30 settembre 2020 – ANPI Sezione di Potenza “Bruna Dradi – Rete degli Studenti Medi Basilicata – Associazione Insieme Onlus – Libera – Cestrim – ArciGay Basilicata – Agedo Potenza – Legambiente – Arci Basilicata – Associazione Culturale Studentesca UNIDEA – Associazione Lucana Autismo – Associazione Lucanapa – Amnesty International Potenza tornano a richiedere, anche in seguito alla mobilitazione di piazza dello scorso 15 settembre e ai cambiamenti pervenuti all’interno della Giunta Comunale, un cambio di rotta da parte dell’Amministrazione della Città di Potenza sulla mozione approvata lo scorso 14 settembre 2020.
Il mondo sociale e associativo della Città Capoluogo esprime la massima attenzione sul tema dei diritti civili e sulla richiesta da parte del mondo LGBT di vedere riconosciuta la necessità di tutela da ogni forma di odio e discriminazione. La mozione approvata durante i lavori dell’ultimo Consiglio Comunale di Potenza non solo si basa su fondamenti lontani dalla realtà dell’Italia del 2020, ma mette in ridicolo le nostre istituzioni comunali e cittadine accettando, di fatto, una visione discriminatoria dei rapporti sociali.
Per sostenere la richiesta di superamento della mozione presentata dal gruppo consiliare Fratelli d’Italia, le organizzazioni scriventi hanno predisposto uno striscione, nei pressi della sede del Consiglio Comunale in Via Nazario Sauro, per mantenere alta l’attenzione della cittadinanza e premere su tutti i Consiglieri, affinché la Città di Potenza possa lavare un gesto vergognoso e omofobo.
“Potenza non è omofoba”. Questo il messaggio che organizzazioni, associazioni e comitati hanno voluto rimarcare e rivolgere alla politica cittadina e regionale tutta, affinché ci si renda conto del grave errore commesso e si ponga fine ad una delle pagine più brutte della storia recente della nostra comunità.
“Le iniziative in sostegno dei diritti di tutti i cittadini e di tutte le cittadine continueranno ad essere messe in campo con convinzione, fino a quando l’intera collettività non prenderà coscienza dell’importanza della tematica e della necessità di interventi concreti, per garantire la piena parità sociale come espresso dall’Articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana”.