Oggi, 20 marzo, si celebra la Giornata internazionale della felicità. A istituirla, il 28 giugno del 2012, fu l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, motivo per cui vene festeggiata in tutti i Paesi membri.
Le motivazioni sono racchiuse nella risoluzione A/RES/66/281 che stabilisce che “L’Assemblea generale […] consapevole che la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità, […] riconoscendo inoltre di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica”. In sostanza la ricerca della felicità rappresenta uno dei diritti fondamentali dell’uomo e scopo fondamentale dell’umanità”.
Il termine felicità deriva da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.
Felicità: una ricerca lunga una vita, che sembra non trovare mai risposta. Specie in questo periodo, reso surreale dall’emergenza Coronavirus. Così, quest’anno, più che un obiettivo sembra quasi un’utopia. Chiusi ognuno a casa propria, bombardati di continuo da notizie allarmanti, sognando una quotidianità prima a lungo disprezzata, che valore assume, oggi, questa ricorrenza?
Un nuovo concetto di felicità
“Siamo seri – commenta Alessandro Cozzolino, life coach e autore di numerosi libri dedicati alla felicità – non c’è molto per cui essere felici in questo momento. Ma è bello pensare che questa pandemia apporterà importanti cambiamenti nel modo in cui concepiamo e viviamo la felicità e le nostre relazioni”. “Più che alla felicità – suggerisce l’esperto – credo si dovrebbe dedicare questa giornata alle emozioni, tutte, nessuna esclusa. Questo è il momento di fermarsi e soffermarsi ciascuno sul proprio stato d’animo. Paura, senso di impotenza, ansia, smarrimento, incertezza del domani, angoscia e insofferenza non sono sensazioni nuove. Le abbiamo già provate. Quello che non era mai capitato prima è stato ed è viverle tutte insieme, contemporaneamente. Visto che non si può fare niente se non accettare e accogliere questa situazione, meglio approfittarne. Bisogna prendere una per una queste emozioni e interrogarle: da dove arrivano? Che cosa ci ricordano? Che demoni svegliano dentro di noi?”, conclude Cozzolino.
Il decalogo per raggiungere la felicità
Esiste comunque un “decalogo della felicità” che, anche in questa fase, può dare alcuni spunti di riflessione interessanti su come raggiungere uno stato d’animo “positivo”.
- Scegliere di essere felice – La felicità non si raggiunge con nessun mezzo, ma in gran parte dipende dagli atteggiamenti della singola persona;
- Pensare positivo – E’ la chiave che apre molte porte della vita, tra cui quella della felicità, del successo e del benessere;
- Staccarsi dal virtuale – Ridurre l’utilizzo della tecnologia, per tornare a gustare le sensazioni vere;
- Circondarsi di bene – Quando ci sentiamo un po’ giù di morale e non tutto gira per il verso giusto, ma anche per trascorrere un momento in compagnia è bene accompagnarsi a coloro a cui vogliamo bene;
- Prendiamoci una pausa – Per sopravvivere alla routine quotidiana e alla molteplicità degli impegni, impariamo a ritagliare una pausa di relax per un caffè, una birra o di solo rilassamento;
- Ascoltare il proprio “io” interiore – E’ vero che per stare bene occorre reagire agli stimoli esterni, ma è anche importante prestare attenzione a quelli che arrivano dall’interno;
- Saper dare le giuste priorità alle cose – Impariamo a gestire il tempo e dare il giusto peso alle nostre diverse attività quotidiane;
- Non dire sempre “sì” – Mostrarsi troppo disponibili può danneggiarci. Impariamo e rispondere qualche volta anche in modo negativo per salvaguardare i nostri interessi;
- No alla routine eccessiva – Evitiamo di essere troppo dipendenti dalle nostre abitudini e sforziamoci di non svolgere le stesse attività sempre nello stesso modo;
- Troviamo il tempo di fare quello che amiamo – Per essere felici è indispensabile ritagliarsi lo spazio per prendersi cura di se stessi e per dedicarsi alle attività che amiamo e che ci fanno stare bene.