Giovedì 25 febbraio 2021 – Agenti della Squadra Mobile e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura hanno arrestato un materano di 44 anni, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta a suo carico dal Gip del Tribunale di Matera.
Il provvedimento giudiziario è stato emesso al termine delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera, per i reati di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona perpetrati dall’uomo in danno della sua compagna, continuati nel tempo e aggravati dallo stato di gravidanza della donna e perché commessi in presenza della figlia minore e con l’uso di armi.
L’attività investigativa ha consentito di accertare che sin dal 2016, anno di inizio della relazione tra i due, l’uomo aveva minacciato, ingiuriato e picchiato la donna, costringendola a restare chiusa in casa e a uscire solamente se autorizzata da lui.
Quando la stessa aveva provato a ribellarsi era stata brutalmente picchiata e ridotta in uno stato di completa soggezione. In una circostanza, era arrivato persino a puntarle alla testa una pistola, risultata una scacciacani, e a minacciarla di morte.
Inoltre, l’aguzzino le impediva di tenere un cellulare e la privava di ogni disponibilità di denaro: intascava per sé il reddito di cittadinanza che la donna percepisce e le sottraeva Carta Acquisti (social card) e Postepay, oltre al codice fiscale. In tal modo le impediva difatti qualsiasi autonomia.
I maltrattamenti sono proseguiti ininterrottamente fino ai primi giorni del 2021, quando si è verificato un episodio che ha spinto la donna a trovare la forza di reagire: l’indagato aveva rinchiuso in bagno la bambina di due anni nata dal loro rapporto, perché infastidito dal pianto della piccola e aveva impedito alla madre di prestarle aiuto.
La donna, approfittando di una temporanea assenza del “compagno”, ha lasciato l’abitazione e si è recata in Questura, dove ha potuto raccontare la sua drammatica vicenda.
Oltre ad avviare le indagini, gli investigatori l’hanno sin da subito messa in contatto con un Centro Antiviolenza.