Il Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) non è solo un fenomeno sociale, ma è una vera e propria patologia, che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse in denaro. Secondo uno studio condotto dall’IPSAD, sono oltre 800.000, in Italia, le persone – prevalentemente di sesso maschile – ad essere considerati patologici per un totale di pazienti a carico dei Servizi per GAP di oltre 12.300 persone (dati 2015).

Sulla questione abbiamo intervistato due operatrici dell’ASP che operano presso il SERR D (servizio dipendenze) di Potenza. Si tratta della dott.ssa Antonella Germano e della dott.ssa Marisa Renzi, rispettivamente assistente sociale e psicologia.

Germano Renzi
A sinistra la dott.ssa Renzi, a destra la dott.ssa Germano

Cosa si intende per ludopatia?

E’ un gioco d’azzardo patologico che consiste in un persistente e ricorrente comportamento problematico di gioco d’azzardo che comporta difficoltà e disagio clinicamente rilevabile.

Quali sono i criteri per qualificare un giocatore patologico?

Il DSM-5 ha dettato delle linee guida che servano a qualificare un comportamento patologico del giocatore al fine di effettuare una gradazione del grado di intensità della patologia. A seconda di quanti di questi criteri compongono l’atteggiamento dell’individuo, il grado di patologia si differenzia tra lieve, medio o grave. I criteri sono:

  1. necessità di giocare una quantità crescente di denaro con lo scopo di raggiungere l’eccitazione desiderata;
  2. irritabilità o irrequietezza quando tenta di ridurre o interrompere il gioco;
  3. tentativo ripetuto ma infruttuoso per controllare, ridurre o interrompere il gioco d’azzardo;
  4. preoccupazione per il gioco d’azzardo;
  5. necessità di giocare quando ci si sente in difficoltà;
  6. iocare nuovamente dopo aver perso soldi al gioco;
  7. raccontare menzogne per nascondere il coinvolgimento nel gioco d’azzardo;
  8. mettere a repentaglio fino a perdere del tutto relazioni significative, lavoro,  studio, ecc.;
  9. basarsi su altri per cercare denaro per alleviare le disperate situazioni finanziarie causate dal gioco d’azzardo.

Quali sono i primi segnali che possono portare ad una condizione patologica?

I segni principali sono un forte desiderio di giocare d’azzardo, l’impossibilità di resistervi, il desiderio compulsivo che insorge in sentimenti di irrequietudine, la necessità di giocare con maggiore frequenza e maggiore denaro per riprodurre anche gli stati d’animo connessi al gioco, pensare di poter recuperare le perdite e pensare di poter controllare o influenzare la propria fortuna. Dunque la persona che diventa dipendente dal gioco spesso si crea una serie di falsi miti e idee irrazionali. Ad esempio come nel caso di persone che si convincono di vivere un giorno particolarmente fortunato o addirittura cercando di personalizzare la slot machine creando una sorta di relazione con l’oggetto. Dunque ruolo dell’ambulatorio e degli operatori è proprio quello di lavorare sulla visione distorta della realtà che il giocatore si forma e ciò avviene attraverso un trattamento cognitivo comportamentale, lavorando sulle situazioni “grilletto”, ovvero quelle che hanno innescato la patologia. Il messaggio che deve passare è che il gioco d’azzardo è l’unica attività umana dove l’esperienza e la competenza non serve, basandosi tutto esclusivamente sul caso.

Qual’è il ruolo della famiglia?

La famiglia assume un ruolo importante soprattutto nel caso dei minori. Controllare sempre, soprattutto con riferimento al gioco on-line, è di primaria importanza. Dunque ruolo importante degli affetti che circondano il giocatore, siano essi parenti o amici, è quello di identificare i sintomi e segnarle ai centri competenti. La famiglia scopre il più delle volte la condizione patologica in caso di circostanze straordinarie, quando la situazione è significativa oppure quando c’è una perdita di controllo eclatante, quando si perdono somme considerevoli o quando si gioca per una giornata intera.

In cosa consiste l’intervento dei servizi sociali?

Oltre a quanto già detto, il servizio sociale opera attraverso un inquadramento bio psico sociale fatto al paziente attraverso un lavoro di equipe formate da medici, psicologi e assistenti sociali. All’interno dell’Asp di Potenza ad esempio il nostro SER D è composto da equipe multidisciplinari dedicate che garantiscono l’anonimato del paziente attraverso incontri in giorni diversi ed a orari diversi rispetto al resto dell’utenza. A Potenza il centro ludopatia dell’Asp è aperto da gennaio 2013 e si è occupato fino ad oggi di circa 90 casi di pazienti affetti da ludopatia.