La terribile tragedia avvenuta nel Parco del Pollino nelle Gole del Raganello, fa emergere tutte le inefficienze di un “sistema” Parco che non c’è.
Lo sostiene Piero Scutari, presidente Centro Studi Turistici THALIA, il quale si chiede “come sia possibile che si sia stati così imprudenti da condurre bambini, anziani, persone non allenate, a fare torrentismo in un luogo rischioso come le gole del Raganello.
Come è possibile – si chiede ancora Scutari – che molti di questi escursionisti erano privi di guide.
E’ impensabile che in uno dei Parchi più grandi d’Europa non siano regolamentate le escursioni nelle aree a rischio , nè disciplinate con norme e divieti, con l’obbligo di affidarsi a guide specializzate, con la condizione per l’accesso in certe aree di registrarsi, di essere autorizzati, monitorati ed essere vincolati alle condizioni meteo ed anche a determinati comportamenti ed attrezzature.
Scutari è critico anche sulla gestione generale del parco. Secondo il Presidente del Centro Studi Turistici THALIA “nel Parco del Pollino tutto avviene in modo approssimativo, ognuno si sente in diritto di fare ciò che vuole, nessuno controlla.
Ci viene da chiedersi dov’è parco ? Non esiste sentieristica, cartine, non esiste una rete di servizi, le guide escursionistiche sono poche, non reperibili ovunque e le guide spesso non vengono specializzate.
Gli alberghi non vengono allertati delle condizioni meteo per allertare a loro volta i clienti, la segnaletica è vaga, spesso inesistente, non esistono app specializzate per gli escursionisti, le guide sono abbandonate a se stesse, i turisti sono abbandonati a loro stessi”.
Non è ammissibile – prosegue Scutari – che l’ammonimento venga sempre da tragedie dove si perdono vite umane.
L’Ente Parco è stato incapace di fare uno sforzo per creare un sistema Parco efficace ed efficiente, sembra quasi che l’unica preoccupazione del Parco siano i cinghiali.
E non credo – conclude Scutari – ci si possa lavare la coscienza dietro interpretazioni burocratiche su a chi spetta vigilare sulle attività di rafting e quindi garantire la sicurezza perché una parte delle Gole è rimasta riserva dello Stato anche dopo l’istituzione del Parco.
La foto di copertina è de “Il Quotidiano del Sud”