Martedì 7 luglio 2020 – Si è tenuta presso l’Università degli Studi della Basilicata, in via Nazario Sauro a Potenza, la cerimonia di inaugurazione ed installazione della “Panchina rossa”. L’iniziativa è frutto di un’azione sinergica tra la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi e l’Unibas nella persona della rettrice, Aurelia Sole.
La cerimonia rientra nel panel eventi del Manifesto “Un Patto per le Donne” istituito dalla Consigliera di Parità, cui ha aderito il Cug Unibas. L’iniziativa, dalla valenza fortemente simbolica, ha lo scopo di stimolare l’attenzione delle studentesse e degli studenti, futuri attori del domani, al fenomeno di stringente attualità e drammaticità quale quello della violenza di genere e del femminicidio.
I dati nazionali e regionali sul femminicidio, sulla violenza di genere e sulle molestie sessuali, anche sui luoghi di lavoro, ci consegnano una cruda e drammatica realtà in costante aumento, anche durante il periodo pandemico dove le donne si sono trovate a convivere con il proprio aguzzino, recluse tra le mura domestiche. Come affermato dalla Convenzione di Istanbul, la violenza di genere è un fenomeno strutturale della società, ancora sommerso, poco conosciuto e spesso impunito, legato ad una cultura fondata sulla disparità tra l’uomo e la donna; risultano centrali, pertanto, campagne di sensibilizzazione e di formazione delle coscienze, quale quella dell’apposizione della panchina rossa. L’iniziativa in parola, infatti, persegue il fine di formare le studentesse e gli studenti alla cultura della Parità di genere e delle Pari Opportunità, sviluppando una nuova coscienza “valoriale” improntata all’inclusione ed al rispetto delle differenze, bandendo così ogni forma di prevaricazione tra i generi (e tra ogni forma di diversità), che rappresenta il volano della violenza.
Nel contempo si è inteso fornire un utile servizio alle vittime di violenza essendo stata apposta sulla panchina una targa dedicata con i riferimenti telefonici (097155551 e 1522) del Centro antiviolenza regionale “Telefono Donna”, che ha collaborato all’iniziativa, e del numero nazionale antiviolenza.