Venerdì 1 ottobre 2021 – Ambrogio, Vincenzo, Franco. Nomi, volti. E’ una storia scritta quando il presente era ancora futuro e quando il rumore di un colpo di pistola e il silenzio assordante di chi scompariva e non sarebbe stato mai più ritrovato si eguagliavano.
Montescaglioso, anni Novanta. La stagione buia delle faide mafiose si consuma in tutta la sua efferatezza, con omicidi, rapimenti, tritolo.
La Carovana Antiracket e Antiusura arriva, e non poteva essere altrimenti, a Montescaglioso, nello splendido scenario dell’Abbazia di San Michele Arcangelo.
Nella cittadina materana vi è uno dei 5 presidi di legalità individuati nell’ambito del progetto Economie di Libertà, finanziato dal Programma Operativo Legalità- FESR/FSE 2014-2020, che si muove tra Basilicata e Calabria in territori cruciali, simbolo di lotta alle mafie.
Qui, da anni, sentinella di legalità è l’associazione antiracket ‘FAI Falcone e Borsellino’, presieduta da Ambrogio Lippolis e animata, in gran parte, da chi negli anni Novanta alzò la testa e preferì la libertà al ricatto, anche rischiando la propria vita.
“Se si paga una volta si pagherà sempre’’ è il monito che arriva da questi cittadini coraggiosi che hanno fatto della loro esperienza e del loro coraggio un esempio per tutti, in particolare per le nuove generazioni che quella stagione nera non l’hanno vissuta.
‘’Ricordo quegli anni con tremore – ha detto Lippolis-. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta Montescaglioso ha vissuto la parte più buia della sua storia recente. Grazie al coraggio di chi denunciò ci siamo riappropriati della nostra”
All’appuntamento di ieri hanno partecipato don Marcello Cozzi presidente della Fondazione Nazionale Antiusura ‘Interesse uomo’’ onlus, il presidente dell’associazione FAI Ambrogio Lippolis, il Sindaco di Montescaglioso Vincenzo Zito, il Prefetto di Matera Rinaldo Argentieri, la commissaria nazionale antiracket e antiusura Giovanna Cagliostro e il sostituto procuratore distrettuale Anna Piccininni.