Martedì 17 novembre 2020 – In un intervento alla riunione del Direttivo dell’Anci, il Sindaco di Lavello, Sabino Altobello, ha posto un problema che il segretario della Uilm Basilicata, Marco Lomio, contesta.
Andiamo per ordine.
Sabino Altobello, – leggiamo in un post del Comune di Lavello – ha manifestato tutta la sua preoccupazione per quanto sta avvenendo nel territorio dell’area nord della Basilicata ed in modo particolare nella propria comunità.
Infatti, riferisce il primo cittadino, quello che osserviamo dai dati della piattaforma della Regione Basilicata nell’ultimo mese, e segnatamente negli ultimi quindici giorni, pone un tema non più rinviabile rispetto ai contagi riconducibili ad operai delle attività industriali dell’automotive e dell’indotto che stanno contagiando interi nuclei familiari.
Gli addetti alla produzione denunciano che le protezioni individuali sono assolutamente insufficienti ed i protocolli di sicurezza attuati sono di gran lunga al di sotto di quelli previsti ed attivati nelle scuole che pure, nella nostra Regione, sono state prudenzialmente chiuse.
Il Sindaco Altobello ritiene che questi luoghi importanti per la nostra economia, per poter continuare a svolgere le proprie necessarie attività debbano vincolarsi o essere obbligati ad adottare un protocollo di prevenzione sanitaria che preveda uno screening periodico, costante, che riguardi in modo capillare tutti gli operai e che potrebbero essere effettuati rapidamente senza interferire o bloccare le produzioni“
Ad Altobello risponde il segretario della Uilm Basilicata, Marco Lomio.
“Apprendiamo dagli organi di stampa che il Sindaco di Lavello asserisce che l’aumento dei contagi nella cittadina limitrofa allo stabilimento FCA sia dovuto alla scarsa mancanza di protocolli di sicurezza.
Ci sembra assurdo e irrispettoso perché vorremmo ricordare a tutti che dal mese di marzo le fabbriche sono state aperte grazie al grande e abnorme lavoro fatti dai delegati alla sicurezza e dai comitati Covid costituiti in tutte le aziende del comprensorio.
Comitati della sicurezza che – ricorda Lomio – hanno lavorato senza fermarsi un secondo e che hanno permesso fino ad oggi di tamponare in perfetta solitudine una situazione pandemica che sta mettendo in discussione tutto il mondo.
L’area industriale di Melfi è una delle aree industriali più grandi d’Europa, ogni giorno circolano migliaia di lavoratori provenienti da quattro regioni.
I comitati della sicurezza e le Organizzazioni Sindacali sono mesi, anche qui in perfetta solitudine, che – prosegue Lomio – stanno denunciando che, anche se all’interno delle aziende vengono rispettati meticolosamente tutti i protocolli, il rischio di contagio aumenta se poi il sistema trasporti non è adeguato e rispettoso delle norme dei DPCM (vedesi il 50% dei posti), ma soprattutto sono mesi che chiede insistentemente alle istituzioni di fare squadra perché riteniamo che bisogna fare uno screening di massa per tutti i lavoratori.
Oggi più che mai – conclue Lomio – c’è bisogno di una vera cabina di regia formata dai sindaci, le Organizzazioni Sindacali di categoria e il governo regionale affinché tutti insieme proviamo a limitare questo maledetto virus”.