Sabato 12 settembre 2020 – L’emergenza cinghiali richiede ormai interventi urgenti per i danni che questi animali continuano a causare alle colture.
Per sollecitarli, la Cia, la Confederazione Agricoltori Italiani di Potenza e Matera ha promosso una petizione popolare per lanciare una raccolta di firme per sollecitare le Istituzioni Regionali ad intervenire.
La petizione segue la proposta avanzata anche a livello nazionale al Ministro Bellanova tesa ad adeguare la legge nazionale 157/92.
Cosa si chiede in particolare?
- Adeguare la Legge Regionale di Basilicata n. 2/95 come previsto e sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale (n. 160 del 23.07.20) a favore della Regione Marche che ammette alla possibilità da parte del proprietario del fondo in possesso di regolare licenza di caccia di tutelare la proprietà fondiaria, le colture e i beni in essa presenti, procedendo anche all’abbattimento dei capi in caso di invasione e aggressione e oggettivo pericolo alle persone;
- Prolungare il periodo di caccia agli ungulati fino a quando non si ristabilisce un equilibrio fra aree destinate alle attività venatorie e la quantità di fauna presente selvaggina presenza;
- Definire un piano di gestione straordinario a livello Regionale prevedendo un piano prelievo emergenziale nelle aree parco, in grado riportare all’interno di una reale ed effettiva equilibrio fra territori e pressione faunistica;
- Coinvolgere le aziende agricole nei piani di prelievo/cattura prevedendo soluzioni innovative e tecniche di cattura rispettose a partire dalle speciali recinzioni, chiusini, trappole.
- Attivare un piano di smaltimento dei capi abbattuti e delle carcasse.
Le firme – si precisa in una nota – saranno consegnate ai Presidenti Bardi (Giunta) e Cicala (Consiglio) e all’Assessore all’Agricoltura Fanelli.
Obiettivo è quello di tentare di porre rimedio ai crescenti danni provocati dalla fauna selvatica che ha raggiunto livelli insostenibili, si parla di oltre 100.000 ungulati in Basilicata, che devastano colture e produzioni agricole, impianti, strutture a servizio delle aziende, soprassuolo oltre a rappresentare un vero e proprio pericolo per l’incolumità dei Cittadini anche sul versante igienico e sanitario.
“Siamo esasperati e – dicono i presidenti Cia Potenza e Matera Lorusso e Stasi a nome di tutti i 50 presidenti comunali e zonali della Cia in rappresentanza di oltre 10.000 aziende – non ne possiamo più. E’ uno stillicidio che si traduce anche in una oggettiva impotenza e mortificazione.
Ogni giorno contiamo danni alle nostre aziende ma rivendichiamo anche azioni concrete a tutela del nostro lavoro oltre che per le famiglie e le nostre Comunità.
Vogliamo rappresentare con questa campagna di raccolta di firme tutto il disagio e la condizione di avvilimento a cui sono sottoposte le nostre aziende, di come i nostri investimenti finiscono per essere calpestati e di come senza alcuna tutela contiamo solo danni e guasti anche di automezzi.
Oltre ai danni, le famiglie di agricoltori specie nelle contrade vivono nel terrore, la gente è esasperata per un pericolo costante è che ora per effetto della consistenza rappresenta anche un potenziale rischio di natura igienico sanitario.
Abbiamo bisogno di risposte come Cittadini, come famiglie, come Agricoltori e come territorio, che significa assumere oltre alla modifica della legge, precisi impegni sul versante dei piani di prelievo, cattura e abbattimento straordinario.
Se modifichiamo la legge dobbiamo avere la forza e la costanza di attuare in un periodo definito un programma di riequilibrio e coesistenza in Basilicata fra patrimonio faunistico e territori agro-faunistici.
Sul territorio lucano possono realisticamente essere ospitati senza effetti negativi massimo di 20.000-25.000 capi di ungulati. Questo è l’impegno a cui dobbiamo traguardare, il resto sono chiacchiere e danni, umiliazione e investimenti esposti alla distruzione e perdita di risorse.
Questa decisione – affermano ancora Lorusso e Stasi – nasce dopo un costante monitoraggio che segue la proposta a livello nazionale di adeguamento della Legge 15/92 ed in particolare l’art. 19, curata da apposito comitato tecnico-scientifico.
Abbiamo incontrato centinaia di Agricoltori, i quali ogni giorno inviano foto e riprese di aggressioni ai propri fondi, in particolare da parte di branchi sempre più consistenti di cinghiali, abbiamo raccolto la documentazione e fatto un dossier che obbliga tutti a porre in essere interventi radicali e strutturali.
Siamo giunti ad una unanime conclusione: non è possibile andare avanti. Gli agricoltori e i cittadini tutti sono esasperati.
O riusciamo assieme ad attivare provvedimenti efficaci e si procede alla modifica della legge regionale o siamo costretti ad auto organizzarci per difendere le nostre aziende, le nostre colture, il nostro lavoro e la nostra proprietà.
Con questa raccolta di firme – sostengono Lorusso e Stasi – vogliamo condividere con tutta la Società lucana una criticità diffusa che oltre avere connotati di drammaticità, chiama a responsabilità tutte le nostre Comunità oltre al le Istituzioni Regionali e quelle locali. Si tratta di produrre azioni concrete per ristabilire lo stato di ordinarietà e vivibilità nei nostri territori. Come Lucani e come Società di Basilicata abbiamo il dovere e l’esigenza di riappropriarci della nostra terra, dei nostri spazi, delle nostre Contrade e della nostre campagne allo spazio rurale e della qualità ambientale e della vita che contraddistingue la nostra Basilicata verde e rurale.
C’è il problema del risarcimento dei danni che non va oltre il 20-30% del valore effettivo di quello rilevato, ancorato a stime e quotazioni in alcuni casi risibili oppure tante mancate denunce in quanto i proprietari o non sono titolari di fascicoli o perché si tratta di aziende marginali, i danni ogni anno sono almeno 10 volte le quote risarcite.
Abbiamo quantizzato negli ultimi anni risarcimenti fra i 3 e i 3,5 milioni di euro annui. Altro punto critico: siamo di fronte ad una spesa ingente e crescente che non risolve i problemi e genera continui contenziosi o oggettive forme di penalizzazione in specie verso gli Agricoltori professionali.
Sono circa 2 milioni di euro i risarcimenti per danni alle colture agricole (in gran parte ortofrutticole, vigneti e uliveti pregiate), circa 500 mila euro per aggressione a mandrie e greggi da lupi e altri animali selvatici e mediamente intorno a 800/1 milione per risarcimento per incidenti e danni auto a mezzi e strutture varie.
Con queste risorse finanziarie è possibile mettere in campo un grande progetto della filiera agro-faunistica-venatoria integrata e sostenibile che potrebbe nella nostra regione capovolgere un problema “in opportunità”, in coerenza con i processi di riqualificazione ambientale, paesaggistica dello spazio rurale, quale punto di forza e leva di sviluppo sostenibile e diffuso in Basilicata.
I Presidenti Stasi e Lorusso hanno chiesto anche un incontro con l’ANCI – per invitare i Comuni ad approvare delibere contenenti la proposta della CIA alla base della petizione -con i Presidenti dei Parchi e con i Prefetti di Potenza e Matera.
La raccolta delle firme avviene presso tutte le 50 Sedi CIA presenti in regione.