Sabato 1 agosto 2020 – Salve a tutti, sono Stefano Mele, ho 25 anni sono nato a Marsicovetere, vivo a Calvello in provincia di Potenza in Basilicata.
Sono affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne, mi muovo con la sedia a rotelle. Sono laureato in Scienze del servizio sociale.
Nella mia vita, ho imparato a guardare le cose da un altro punto di vista. Sicuramente è diverso guardare la vita stando seduti su una sedia a rotelle.
Da molti anni ormai una delle mie battaglie è sensibilizzare per rimuovere le barriere architettoniche nel luogo dove io vivo per poter accedere con la mia sedia a rotelle. Questo spesso non è possibile.
Il mio impegno è quello di far abbattere tutte le barriere architettoniche, perché questi ostacoli creano discriminazione per le persone con disabilità.
Le istituzioni locali e regionali e nazionali dovrebbero avere una funzione di controllo e di grande sensibilizzazione per i cittadini in quanto queste grandi tematiche devono essere messe al centro della loro programmazione, non devono essere residuali e, ancor peggio, dimenticate.
Dico queste cose non per compassione o pietà, ma soltanto perchè ci sono leggi che ci tutelano, che spesso non sono applicate, come la legge 13\1989.
Sono molto consapevole di quello che si deve, per questo motivo noi persone con disabilità mettiamo la faccia per far creare sempre più un mondo accessibile, adattabile e visitabile.
Allo stesso tempo, bisogna avere tanta pazienza nell’aspettare che questo accada.
Questa mia lettera arriverà a tutti voi che avete la sensibilità di leggerla perché ognuno di noi può fare la propria parte come la storia del colibrì, che mentre gli altri stavano a guardare che la foresta bruciasse, lui piccolo spegneva incendio.
Naturalmente il compito maggiore per far abbattere le barriere architettoniche spetta alla politica, a chi amministra e ai tecnici.
Forse nei vostri paesi la situazione è diversa. Senza essere tanto pessimista, molto resta da fare sulla disabilità.
L’importante è non arrendersi mai.
Stefano Mele