Si definisce “viaggiatore seriale” Antonio Califano, docente potentino, che durante la scorsa estate, in compagnia di due amici, ha raggiunto in automobile, con partenza da Potenza, la città di Samarcanda, in Uzbekistan, attraversando alcune delle zone più suggestive dell’Asia Centrale.
Califano ha voluto raccontare la sua esperienza di viandante in un incontro organizzato dall’associazione culturale “Letti di Sera”nell’ambito dell’”Autunno letterario”del Comune di Potenzae tenutosi lunedì 22 ottobre, presso la Sala del Cortile del Museo archeologico nazionale “Dinu Adamesteanu”.
Un’idea, quella di raggiungere Samarcanda, nata dalla volontà di scoprire una nuova “Via della seta”, di attraversare una zona del mondo mai percorsa da Califano e dai suoi amici Lello Rienzi, da Roma (unico autista per tutta la durata del percorso) e Rocco Tricarico, da Perugia, ancora una volta insieme per vivere un’esperienza con lo spirito del viandante.
Un viaggio durato 40 giorni, dal 19 agosto al 29 settembre, 15.000 chilometri percorsi, 7 Paesi attraversati, 22 frontiere valicate tra andata e ritorno (con un’attesa media di due ore), lungo strade di ogni tipo, dal deserto, alla steppa, alle pendici di un ghiacciaio, tra sabbia e sterrati (per percorrere 300 chilometri ci sono volute anche dieci ore), città meravigliose, per un’esperienza ricca di sorprese, incontri e qualche imprevisto.
La meraviglia dei luoghi, del tragitto, dell’incontro con culture così profondamente diverse da quelle dell’Europa è tutta nelle parole di Califano: “L’ipotesi ci vedeva fare tutta la Grecia (dove siamo arrivati in traghetto), tutto il nord della Turchia, che è interessantissimo perché è la zona dove Erdoğan prende la maggior parte dei voti e dove sta avvenendo una trasformazione da una Turchia laica a una Turchia non laica, la Georgia e poi in Azerbaigian che è una Paese incredibile sul Mar Caspio. Con l’idea che potessimo prendere un traghetto che ci portava direttamente in Uzbekistan, ma in realtà questo traghetto non esisteva perché era un cargo e dovevamo aspettare una settimana a Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Allora siamo tornati indietro, ci siamo procurati un visto della Russia, abbiamo dovuto evitare tutte le zone di guerra, cioè la Cecenia, il Dagistan, arrivare ad Astrachan, ai confini quasi con la parte mongola della Russia, e scendere in Kazakistan e da li fare 3000 chilometri di deserto per arrivare poi a Samarcanda e tornare. Abbiamo dovuto cambiare itinerario al volo perché la via più diretta è quella per l’Iran, però cerano problemi di visto e poi dall’Iran bisognava arrivare in Turkmenistan, dove nonostante il visto non fanno passare, quindi abbiamo dovuto un po’ allungare però poi abbiamo scoperto che una delle tre vie della seta è anche questa”.
Con passione e coinvolgimento, supportato da numerose fotografie e aneddoti, Antonio Califano (che ha raccolto in un blog la sua esperienza) ha raccontato dell’incontro con persone splendide, di rapporti sempre positivi dappertutto, di intere famiglie disposte a mobilitarsi per accompagnare i viandanti in albergo quando il navigatore era fuori uso e della scoperta di un territorio incredibile: “Li si svolge il cuore di tutta la vicenda coloniale dell’ ‘800 e dell’inizio del ‘900 del mondo, perché essendo una zona centrale anche rispetto all’India c’è lo scontro fra le due grandi potenze imperialiste europee, l’Inghilterra e la Russia. Abbiamo incrociato queste ex repubbliche sovietiche che adesso sono autonome. Per esempio, vicino Astrachan c’è una città che si chiama Elysta che è il più grande insediamento buddista d’Europa, con le Pagode”.
Vivere un viaggio con lo spirito del viandante significa anche vivere un’avventura, senza prenotare l’albergo in anticipo, raggiungere i luoghi attraverso le stratificazioni storiche che li caratterizzano, con il percorso da stabilire in itinere.
Tuttavia, spiega Califano “Non abbiamo fatto niente di eccezionale, chiunque lo può fare, è una questione di testa, di vincere la pigrizia. È un po’ come con tutte le cose. Le cose troppo facili rendono pigri”.
Cosa ci si porta dietro da un’esperienza cosi? “Tantissimo– dice Califano – sto ancora rielaborando il tutto. Mi sono rimasti dei paesaggi incredibili, delle contraddizioni incredibili. Abbiamo attraversato il Kazakistan che è l’ottavo Paese per estensione territoriale del mondo. L’Azerbaigian, che ha i due possedimenti petroliferi più produttivi del mondo. L’Uzbekistan che è uno dei paesi dell’ex Unione Sovietica dove la transizione a regime democratico è avvenuta in maniera indolore perché il capo del Partito Comunista dell’Uzbekistan è l’attuale presidente. Poi la cosa che mi ha colpito di più, e che mi aveva colpito già in altri viaggi in zone un po’ ai limiti, sono i bambini. La quantità e la bellezza di questi bambini, la quantità di strutture per i bambini”.
Il prossimo viaggio? “In Mongolia”.