“Gravissima e contraddittoria la costituzione in giudizio deliberata dal Consiglio dei Ministri, contro la Regione Basilicata, in riferimento al contenzioso aperto dalla Soc. Rockhopper e finalizzata all’ottenimento del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato Masseria La Rocca”.
E’ quanto afferma in una nota l’Assessore regionale Francesco Pietrantuono.
“Siamo di fronte ad un attacco profondo al ruolo delle regioni e della loro autonomia territoriale, altro che atto formale! Si tratta – prosegue Pietrantuono – di una precisa scelta politica (non a caso deliberata dal consiglio dei ministri e non mediante semplici atti gestionali da parte degli uffici del Ministero preposto) di una gravità assoluta per i lucani.
Ci saremmo invece aspettati che il Governo fosse, coerentemente con quanto annunciato e proclamato ripetutamente, al fianco della Regione Basilicata e non a sostegno della Soc. Rockhopper.
Per tali motivazioni, lo scorso 6 novembre 2018, ho indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio Avv. Conte nella quale si chiedeva al Governo di confermare il diniego in merito al predetto permesso di ricerca di idrocarburi nel territorio di Brindisi di Montagna.
Ci auguriamo – prosegue Pietrantuono – che il decreto del Consiglio dei Ministri, ad oggi non ancora formalizzato in atti, non venga motivato con questioni ambientali o tecniche che nulla hanno a che fare con il concetto di ‘intesa forte’.
Troviamo pertanto gravissimo l’atto del Governo perché dimostra – sostiene l’assessore Pietrantuono – di non aver compreso la correttezza della posizione costituzionale della Regione Basilicata ed allo stesso tempo pericolosissimo poiché rischia di rimettere in discussione lo strumento (intesa forte) in grado di salvaguardare le prerogative locali, ponendo al centro dell’attenzione la valorizzazione del territorio e del paesaggio. Per parte nostra continueremo in maniera intransigente a non consentire nessuna altra attività petrolifera in Basilicata”.
Ricordiamo che nei mesi scorsi la Regione Basilicata ha promosso giudizio di costituzionalità nei confronti della sentenza del Consiglio di Stato n. 5471/201, con la quale, i giudici di secondo grado, confermavano le ragioni della Soc. Rockhopper pur in presenza di ripetuti e formalizzati dinieghi della Regione Basilicata.
Con il ricorso alla Corte Costituzionale, la Regione Basilicata proseguiva coerentemente la battaglia finalizzata a far valere l’intesa tra Stato e Regione, prevista dalla vigente normativa, con una interpretazione in favore della tesi di ‘Intesa in senso forte’.
Nel rilascio dell’Intesa la Regione ha un ruolo di ente esponenziale delle comunità territoriali e di ricettore delle volontà manifestate dalle collettività locali, e non un ruolo di mediazione.
L’intesa non può ridursi ad una valutazione ambientale ma è espressione della competenza della Regione in materia di valorizzazione e governo del territorio, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, promozione e organizzazioni di attività culturali. Pertanto il diniego dell’intesa da parte della Regione non può essere soggetto a giurisdizione amministrativa.
“Appare evidente che – conclude Pietrantuono – far prevalere la lettura che il Tar e il Consiglio di Stato danno dell’Intesa stessa comporta ricadute negative per i territori lucani.
Ricadute negative sia in termini di deminutio dei poteri assegnati dalla Costituzione e dalle norme speciali in tema di idrocarburi, alle Regioni, sia in termini di elaborazione di politiche strategiche di sviluppo regionale e di tutela del territorio”.
Critiche alla decisione del Governo anche da parte di Altra Basilicata-Polo Civico Lucano”.
“L’atteggiamento del Governo giallo-verde in materia petrolifera – si sostiene in una nota – appare molto preoccupante e non si comprende quale sia la reale volontà politica che si cela dietro atti tra loro contrastanti.
Un giorno si annuncia il blocco del permesso di ricerca Masseria La Rocca, il giorno dopo il Governo si costituisce dinanzi alla Corte costituzionale contro la Regione proprio sulla stessa istanza. Una costituzione che, diversamente da quanto falsamente detto, non rappresenta affatto un atto dovuto e neppure una mera formalità.
Si tratta invece – si afferma – di un atto giuridico a tutti gli effetti che produce conseguenze importanti nell’ambito del procedimento instaurato dinanzi alla Corte, ma soprattutto rappresenta un atto di natura politica molto importante per il significato che assume in questo particolare momento storico”.