Ce l’ha con En ma anche con La Regione Basilicata e il suo Dipartimento Ambiente Maurizio Bolognetti.
Il segretario regionale dei Radiali Lucani si chiese se intendono tutelare un presunto diritto alla segretezza rivendicato dalla multinazionale o il sacrosanto diritto umano e civile dei cittadini a poter conoscere per deliberare.
Si chiede ancora: “La Regione Basilicata intende onorare la Convenzione di Aarhus o assecondare l’assurda pretesa di un’azienda di Stato, che pretende di secretare informazioni che di tutta evidenza hanno a che fare con lo stato delle matrici ambientali? La Regione Basilicata intende onorare il Decreto Legislativo n. 195/2005 o vuole favorire il tentativo di Eni di nascondere il suo operato, dopo la perdita di 400 tonnellate di greggio dai serbatoi del Centro Olio Val d’Agri? Cos’è prioritario in questa brutta storia di inquinamento: il diritto del cittadino alla conoscenza o il presunto diritto dell’Eni alla segretezza?”.
Per rivendicare quello che ritiene un sacrosanto diritto di sapere, Bolognetti ha iniziato lo sciopero della fame.
In una nota, ha parole forti contro Francesca Zarri, Vice Presidente del Distretto Meridionale dell’Eni. Secondo Bolognetti, dovrebbe preoccuparsi ed occuparsi del “pregiudizio” che “l’irresponsabile e sciatto comportamento di Eni ha arrecato e sta arrecando alla Val d’Agri”.
“Ci vuole davvero una impagabile faccia tosta – scrive il segretario regionale dei Radicali Lucani – per pretendere di far prevalere un presunto diritto “alla riservatezza delle informazioni commerciali e industriali” rispetto a quanto sancito dall’art. 2 del Dlgs 195/2005, che afferma chiaramente che vanno considerate informazioni ambientali anche “le attività che incidono o possono incidere sugli elementi e sui fattori dell’ambiente e le misure o le attività finalizzate a proteggere i suddetti elementi”.
“Cosa pretende di nascondere Eni? Quale pregiudizio potrebbe ricevere Eni dalla divulgazione delle procedure di MISE(Messa in sicurezza d’Emergenza) o di un Piano di Caratterizzazione(PDC)?”.
Domande che Bolognetti pone ritenendo che “c’è pregiudizio, quando non si rispetta l’art. 3 quater del Codice dell’Ambiente. Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future”.
C’è pregiudizio quando non si rispetta l’art. 3 del Dlgs 195/2005: “l’autorità pubblica mette a disposizione del richiedente l’informazione ambientale quanto prima possibile e, comunque, entro 30 giorni dalla data del ricevimento della richiesta ovvero entro 60 giorni dalla stessa data nel caso in cui l’entità e la complessità della richiesta sono tali da non consentire di soddisfarla entro il predetto termine di 30 giorni […] l’autorità pubblica informa tempestivamente e, comunque, entro il predetto termine di 30 giorni il richiedente della proroga”.
C’è pregiudizio quando non si onora l’art. 3 ter del Codice dell’Ambiente: “La tutela dell’ambiente e degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale deve essere garantita da tutti gli enti pubblici e privati e dalle persone fisiche e giuridiche pubbliche o private.
Ecco, – prosegue Bolognetti – da cittadino vorrei essere messo nella condizione di poter onorare il sopra citato articolo e rivendico il mio diritto a poter sapere cosa si sta facendo per rimediare ai danni prodotti dallo sversamento di oltre 400.000 litri di greggio.
Cosa intende fare la Regione Basilicata? Cosa intende fare il Dipartimento ambiente della Regione Basilicata? Spero non adeguarsi ai desiderata di chi, per dirla con le parole del prof. Sergio Tanzarella, pretende di essere padrone non solo del nostro presente, ma anche del nostro futuro. Le pretestuose e inconsistenti pretese dell’Eni vanno respinte al mittente”.
Bolognetti ha deciso di fare anche quello che definisce “un digiuno di dialogo” per chiedere agli uffici della Regione Basilicata di rispondere alle numerose richieste di accesso che ho inoltrato su alcuni siti inquinati dalle attività di estrazione idrocarburi.
Un digiuno per chiedere il rispetto della Convenzione di Aarhus. Un digiuno “con il quale – afferma – intendo rivolgermi al Presidente della Giunta regionale Marcello Pittella, per chiedergli di fare definitivamente chiarezza sulla linea che la Regione intende perseguire. Dalla parte dell’Eni o dalla parte dei cittadini? In una scala gerarchica cos’è prioritario: il presunto diritto al segreto industriale e commerciale, che non c’è, o il diritto alla conoscenza su quanto sta avvenendo in val d’Agri? E’ del tutto evidente – conclude Bolognetti – che le informazioni richieste nulla hanno a che fare con segreti industriali e commerciali.
Pittella invita Bolognetti a sospendere lo sciopero della fame
“Rivolgo il mio invito al segretario dei radicali lucani, Maurizio Bolognetti, a sospendere lo sciopero della fame intrapreso”.
E’ quanto sostiene il presidente della Giunta regionale, Marcello Pittella, il quale ricorda che
“il governo regionale che presiedo ha scelto la linea della responsabilità e della trasparenza sulla vicenda che sta riguardando il Centro Olio di Viggiano.
Come ho avuto modo di dire al segretario in diverse occasioni di confronto, non ultima quella dello scorso giovedì a conclusione della ispezione presso il Cova, è nostra ferma intenzione agire, lo ribadisco, con la più assoluta trasparenza.
La pubblicazione degli atti sul sito istituzionale della Regione, assieme alla tempestiva comunicazione di iniziative e dati in nostro possesso, lo testimoniano.
In uno al mio invito a sospendere il suo atto di protesta propositivo, mi appello – conclude Pittella – alla onestà intellettuale del segretario perché comprenda le difficoltà dovute alla grande mole di atti.
Al contempo ho dato mandato agli uffici affinché venga data piena attuazione alla linea politica intrapresa dal governo da me presieduto”.