Il castello di Castel Lagopesole ancora chiuso | Simonetti scrive al Ministero della Cultura, al Direttore Generale Osanna e al Prefetto

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Venerdì 28 luglio 2023 –  “Vi scrivo per segnalare, ancora una volta, le gravi ricadute economiche ed erariali della gestione della manutenzione e ristrutturazione del Castello di Lagopesole. Il maniero e’ stato oggetto di un finanziamento dello Stato sulla base di un progetto approvato a suo tempo”

A ricordarlo è Pietro Simonetti nella lettera inviata al Ministero della Cultura, al Direttore Generale dei Musei Massimo Osanna e al Prefetto di Potenza.

“Dopo la ultimazione dei lavori – ricorda ancora Simonetti – sono stati consegnati solo la Cappella ed il Cortile.
Nel contempo non risultano  previsti lavori per  tutti i tetti del sito e sono state autorizzate 4 iniziative  nella Cappella e nel cortile da parte della Direzione regionale dei Musei che dichiara che sono in corso le procedure del collaudo del sito.
Quindi un collaudo a pezzi, per un castello dimezzato, che forse si concluderà questi giorni

Giova ricordare – prosegue Simonetti – che nel 2019, prima dell’epidemia COVID, almeno 20.000 persone hanno visitato il Castello che è chiuso da  oltre tre anni.

Per i ritardi nella riconsegna del Castello per le sue funzioni, comprese  quelle museali delle installazioni su Federico II e il Museo dell’Emigrazione, abbiamo perso introiti e visitatori,il cui costo andrebbe valutato dalle autorità preposte.

Allo stato dell’arte non esiste un bando per la gestione del Castello, che dovrebbe godere delle delle stesse misure attuate a Melfi ed altri siti, mentre – afferma nella lettera Simonetti – si assiste ad un gioco locale di rimandi e ricerca di autorizzazioni una tantum per le aree consegnate per attività di scarso rilievo e pochi partecipanti.
Nel 2023 sono riusciti ad osservare gli spazi possibili alcune decine di persone, prevalentemente centauri e piloti di auto d’epoca.

Purtroppo anche la Filcams, sindacato della Cgil, partecipa alla giostra del circuito degli eventi a “chiamata” nella Cappella del sito, con un convegno sul precariato nel turismo in una struttura precaria e chiuso ai visitatori.

Siamo in presenza di una situazione intollerabile non solo per i danni al turismo ed alla fruizione del Castello  ma anche per l’assenza del rispetto dei diritti dei visitatori.

Lavori per la metanizzazione nell’area del castello

Tutto ciò premesso, avendo lavorato, assieme a tanti altri alla realizzazione del Museo dell’Emigrazione “Nino Calice”, uno dei due siti presenti nel sud con la consulenza gratuita di Giannantonio Stella, – conclude Simonetti – reclamiamo un urgente intervento per la riapertura del castello e una gestione normale e  secondo legge.

Perdere nel 2023, forse anche per 2024, 40.000 visitatori, rappresenterebbe un gravissimo danno non solo per la Basilicata ma per l’intero Paese.”