Critico il consigliere regionale del M5S Giovanni Perrino nei confronti dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi che parla di rigore, trasparenza e coinvolgimento delle istituzioni e delle comunità nonostante – ricorda Perrino – l’inchiesta della magistratura sulle irregolarità verificatesi nello smaltimento dei ridiut. Nonostante lo sversamento di circa 400 tonnellate di greggio da un serbatoio con il rischio d’inquinamento delle falde e del territorio circostante al Cova.
Quelle di De Scalzi per il consigliere pentastellato sono “sparate protagantistiche”.
“A che gioco sta giocando Descalzi? – si chiede l’esponente M5s – Di quale rigorosità e trasparenza parla l’Ad? In questi ultimi anni questi due concetti sono stati sistematicamente messi in secondo piano proprio dal cane a sei zampe”.
Perrino fa riferimento all’ultima relazione dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha pesantemente censurato le attività di caratterizzazione di Eni a seguito dello sversamento accertato nel 2017.
La relazione di Ispra è presente nella D.G.R. 47 del 22 gennaio 2019 (a partire da pag. 40) relativa alla presa d’atto del verbale della conferenza di servizi decisoria del 05/12/2018.
L’Ispra parla esplicitamente di analisi incomplete nelle campagne di monitoraggio condotte da Eni, “delle quali – afferma Perrino – abbiamo riportato i dati sul nostro sito durante questi mesi”, evidenziando il fatto che l’elevata presenza di manganese e ferro nelle acque di falda è probabile sia dovuta a reazioni chimiche scaturite dalla decomposizione di composti organici che arbitrariamente non sono tra gli inquinanti ricercati da Eni, la quale afferma apoditticamente si tratti di valori di ‘fondo naturale”.
“Per l’Ispra – ricorda Perrino – questa conclusione sarebbe tutta da dimostrare e, anzi, probabilmente gli elevati valori di ferro e manganese sono una conseguenza dell’inquinamento da idrocarburi delle acque di falda. Inoltre l’Ispra evidenzia l’inutilità di alcuni piezometri piazzati in maniera tale da non intercettare la falda, nonostante fosse noto che in alcuni punti, a quelle profondità, l’acqua non fosse presente. Questi sono solo alcuni dei rilievi dell’Ispra”.
“Possiamo parlare quindi di rigore e trasparenza?”, conclude Perrino “Non crediamo proprio. Descalzi la smetta di fare propaganda becera e pensi seriamente a porre rimedio allo scempio provocato dai serbatoi colabrodo, attenendosi scrupolosamente alle richieste dell’Ispra”.