Abbiamo letto e riletto con attenzione la nota che l’associazione “Bene Comune” di Viggiano ha dato alla stampa a firma del presidente Vittorio Prinzi, per anni sindaco di Viggiano e successivamente consigliere Provinciale.
L’abbiamo riletta perchè c’è qualche passaggio che ci lascia perplessi, considerando che Prinzi, che ha gestito la prima fase dell’attività estrattiva nella valle, si è sempre detto preoccupato per le conseguenze che da essa potessero derivare sull’ambiente.
Prima domanda
Cosa significa che il ritrovamento del punto di fuoriuscita del greggio che si era infiltrato nelle condotte esterne al Cova sia “una buona notizia che dimostra come è possibile monitorare l’attività del Cova in tutte le sue fasi“?
Il monitoraggio non dovrebbe essere costante e bloccare immediatamente in caso di incidente? Questo è avvenuto solo dopo giorni e dopo che il Nas dei carabinieri era intervenuto mettendo sotto sequestro un primo pozzetto (nella foto di copertina).
Seconda domanda
Prinzi sostiene che “almeno da parte nostra non c’è mai stato il tentativo di “demonizzare” l’Eni chiamandolo in causa per ogni responsabilità di inquinamento o di altro genere”.
Libero di farlo, ma è difficile spiegare ai comuni mortali, noi compresi, che se problemi ambientali ci sono nella zona non dipendano dall’attività estrattiva.
L’attuale sindaco di Viggiano, Amedeo Viggiano, la pensa diversamente e per questo motivo continua a chiedere più tutela per le popolazioni. E lo chiede all’Eni, non ad altri: Ergo…
Condividiamo, invece, la nota dell’Associazione “Bene Comune” per quanto riguarda le emissioni in atmosfera di sostanze definite idrocarburi non metanici, provenienti dall’esercizio di impianti industriali ed in particolare di primo trattamento del greggio, allorquando si sostiene che “è necessario adeguare la normativa per dare ulteriori garanzie ai cittadini di Viggiano e Grumento Nova interessati dalla difficile convivenza quotidiana con l’attività del Centro Oli Eni.
“Purtroppo – dice Prinzi – non ci sono normative di legge chiare e aggiornate nonostante alcune sostanze siano classificate dalla Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro come cancerogene, o “probabili/possibili” cancerogene per l’uomo.
E’ evidente che c’è bisogno di mettere ordine in una materia sicuramente complessa anche perchè – afferma il presidente dell’associazione “Bene Comune” – “non è più negabile che sforamenti dei limiti dei valori per gli idrocarburi non metanici siano avvenuti”.
Un motivo in più per sollecitare – lo fa Prinzi con la nota stampa – l’istituzione del Centro-Osservatorio Ambientale che avrebbe occuparsi di questo e di altre questioni. Bisogna fare in fretta a prescindere – conclude – dai lavori avviati dall’Eni in questi giorni che riguardano proprio il frequente fenomeno delle fiammate anomale dal Cova e che, nell’intenzione dell’Eni, si vorrebbe eliminare”.