Mercoledì, 2 luglio 2025 – Le dichiarazioni rilasciate ieri da Jean-Philippe Imparato, responsabile per l’Europa di Stellantis, riportano al centro del dibattito due verità scomode ma fondamentali:
1. Le regole imposte dall’Europa sull’elettrico stanno strangolando l’industria automobilistica, con sanzioni pesantissime per chi non raggiunge le quote di vendita delle auto a batteria, a prescindere dalla reale domanda del mercato.
2. Il costo dell’energia in Italia è insostenibile: mentre in Francia si paga 65€ euro per megawattora, in Spagna 80 € ,in Italia si arriva a 180 euro. Un divario inaccettabile che pesa come un macigno sulle imprese e sulla possibilità di attrarre investimenti.
In questi mesi, dentro e fuori gli stabilimenti, in politica come anche in parte del mondo sindacale,- aggerma la Uilm Basilicata in una nota – si è preferito alimentare la demagogia, piuttosto che affrontare con coraggio il vero nodo della crisi: senza regole industriali chiare e con costi energetici fuori controllo, il sistema non regge.
Eppure, con la forza e con gli scioperi, abbiamo obbligato Stellantis a cambiare direzione: dal piano iniziale tutto elettrico, che condannava Melfi a un futuro incerto, si è passati all’introduzione di modelli ibridi, più vicini alle esigenze del mercato e alla realtà produttiva italiana.
Oggi, con grande fatica e serietà, stiamo provando a rimettere in piedi lo stabilimento di Melfi: un lavoro fatto passo dopo passo, con un piano industriale più sostenibile e con un accordo con la Regione Basilicata per abbattere il costo dell’energia. Ma tutto questo non basta, se l’Europa continua a giocare al gioco delle tre carte e, soprattutto, se la politica italiana non decide da che parte stare.
Perché intanto a pagare le conseguenze sono sempre i lavoratori, soprattutto quelli dell’indotto e della logistica, i primi a restare senza tutele quando arriva una crisi. E il giorno dopo, puntualmente, si esce sui giornali con dichiarazioni di solidarietà.
Ma le solidarietà non ci servono. Servono atti concreti, servono scelte politiche chiare e coraggiose.
Non si può essere ambientalisti solo a parole e poi piangere sul declino dell’industria dell’auto. È arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Noi, come UILM, – conclude la nota – lo abbiamo fatto e continueremo a farlo. Siamo e saremo sempre dalla parte del lavoro e dei lavoratori.