L’organismo rappresentativo delle strutture sanitarie private accreditate operanti in Basilicata, riunito sotto la sigla USC, acronimo di Unione Sanità Convenzionata ha denunciato quello che hanno definito essere l’ennesimo ritardo nella definizione e assegnazione dei tetti di spesa per l’anno 2025 relativi all’assistenza specialistica ambulatoriale.
Si tratta delle somme basate sul reale supporto che richiede il sistema sanitario pubblico alle strutture private convenzionate che con esso coadiuvano per permettere l’erogazione, al posto della regione, delle prestazioni oggetto dell’accordo di convenzione.
Il rischio secondo l’USC è che vengano adottati criteri di assegnazione dei tetti ispirati non a un’analisi reale dei fabbisogni assistenziali, ma al semplice volume di prestazioni erogate nell’anno precedente, anche quando queste abbiano superato i limiti di budget assegnati.
“Nonostante l’anno sia ormai abbondantemente iniziato – hanno spiegato in una nota – la Regione non ha ancora adottato i provvedimenti necessari, aggravando l’incertezza economico-gestionale delle strutture accreditate che, ancora una volta, si trovano a garantire servizi essenziali senza alcun quadro normativo, finanziario e programmatorio di riferimento.”
A sostegno della propria posizione, l’Usc ha richiamato la sentenza n. 8161/2021 del Consiglio di Stato, che ha censurato l’adozione di criteri irrazionali e disfunzionali, ricordando che la programmazione regionale deve fondarsi su qualità, appropriatezza e fabbisogni, non su pratiche opportunistiche o speculative”.