Mercoledì 30 aprile 2025 – Cantava Pietro Basentini, studioso di musica popolare, parlando della sua amata città: “Putenza mia bella quant’ sì brutta” che sintetizzava un rapporto di odio e amore che l’ha sempre legato alla sua Potenza.
Una città brutta? Molti ne sono convinti, rifiutandosi di scoprirla, o meglio riscoprirla, vivendola nel quotidiano senza il desiderio di mettere in discussioni le proprie convinzioni.
Lo ha fatto una potentina di adozione, Lidia Consiglio, con la sua “Lettera d’amore per la città, ai miei concittadini”.
L’ha fatto davanti al Teatro Stabile, accompagnata dai giovani musicisti dell’Orchestra Maldestra, partecipando alla maratona di lettura, organizzata dal Circolo Culturale Gocce d’Autore (complimenti ad Eva Bonitatibus – n.d.r.).

“Quando la mia amica Nadia mi ha inviato la locandina dell’evento, non ho avuto esitazioni. Era arrivata l’occasione di dare forma ai pensieri che, da tempo, mi si affollano in testa e che chiedono, con sempre maggiore urgenza, voce“.
E ai suoi pensieri Lidia Consiglio ha voluto dare voce con la sua lettera.
Leggiamola insieme.
“Frequento questa città da più di 40 anni e, da qualche tempo, ho scelto di viverci stabilmente.
Per scegliere, con cura, il quartiere dove avrei abitato, ho iniziato a percorrerla a piedi, in lungo e in largo, e così, ho finito con l’innamorarmene.
Con stupore crescente, girando di qua e di là, mi sono resa conto di quanto questa città sia bella!
Una bellezza non ostentata, quasi nascosta e, spesso, offuscata dal degrado, dall’incuria e dalla rapina.
È opinione diffusa, e superficiale, … almeno tra chi potentino non è, che Potenza sia una città brutta.
Spesso ho sentito dire: la città più brutta d’Italia … e cose simili.
Ebbene, quello che mi sento di dire, da potentina di adozione, è che la bellezza di questa città non risiede nei suoi elementi storici, architettonici, nei suoi vicoli o nelle sue strade, o nei suoi giardini. Elementi che pure ci sono e sono dei veri gioielli … come il nostro Teatro Stabile o la nostra bella villa di Santa Maria.
Se qualcuno non lo ha mai fatto, lo invito a farsi un regalo e a visitare i nostri musei … Racchiudono tesori che uno non si immagina, abituati come siamo a lamentarci e a non apprezzare molto ciò che abbiamo in casa.
La bellezza di questa città, però, come dicevo, non risiede in tutto ciò che ci parla del nostro passato o, almeno, non principalmente …
È una bellezza che bisogna darsi il tempo di scoprire e di vedere.
La bellezza di questa città è custodita nel suo territorio, multiforme, ricco di ambienti e ricchissimo di biodiversità.
Queste colline così aspre, che sembrano, dico io, sedute sull’acqua, a giudicare da quanta acqua sbuca intorno ai palazzi, negli scantinati o nei garage sotterranei, ovunque … forse anche perché c’è un gusto particolare a costruire palazzi nei valloni, dove si sa, talvolta scorre l’acqua.
Queste colline che, fino a non moltissimo tempo fa, dovevano essere un susseguirsi di campi, orti e vigneti e che, ora, quando non sono spazzate via da un’urbanizzazione selvaggia, che tutto divora, in barba a qualunque ragione di opportunità morfologica, geologica e idrogeologica, senza contare, poi, la pianificazione.
Dicevo, quando non divorate dal cemento, queste colline, in gran parte non più coltivate, ritornano alla vegetazione forestale originaria.
Per cui, passeggiando per la città, ad un passo da casa, capita di imbattersi in ogni sorta di delizia per gli occhi, e a volte anche per il palato.
A me è capitato di trovare di tutto, ai margini delle strade o appena un po’ più in là, … persino dei funghi porcini.
Adesso che è primavera, le aiuole sono disseminate di meravigliose specie spontanee: orchidee, pervinche, primule, gladioli, narcisi, viole, solo per citare alcune delle specie più appariscenti e riconoscibili …
E poi, biancospini, pruni, meli e peri selvatici.
Non è raro trovare alberi da frutta di ogni tipo, rimasti impigliati nel tessuto urbano e che, con assoluta pervicacia, continuano a resistere, a fiorire e a produrre i loro frutti.
Andare a spasso per la città in questo periodo, significa, se non si è troppo distratti, essere assaliti da un tripudio di colori e profumi.
Specie spontanee e specie coltivate, si mescolano per dare vita ad ambienti suggestivi e inusuali.
Da nessun’altra parte mi è capitato di vedere lo stesso.
Quello che mi commuove, in questa città martoriata dal cemento e dalla spazzatura abbandonata ovunque, è che la natura non si arrende, e piante di ogni specie sbucano nei luoghi più inattesi, quasi a dispetto della nostra follia, che vorrebbe quasi cancellarle dal contesto urbano.
A volte, noto nell’azione umana quasi un accanimento, e ogni pretesto è utile per fare piazza pulita delle piante, dove serve e, con l’occasione, anche dove non serve.
Vorrei ricordare, a tutti noi, che questa straordinaria biodiversità, che non è solo vegetale … perché ad ogni comunità vegetale si accompagna una ancor più ricca comunità faunistica …Questa straordinaria biodiversità, dicevo, che adorna i quartieri pressoché a nostra insaputa, è una dispensa a buon mercato per la nostra salute e il nostro benessere …
Tra i mille benefici.
Le piante mitigano gli effetti delle alte temperature, sarebbe bene ricordarsene non solo quando boccheggiamo per il gran caldo e cerchiamo disperatamente un po’ d’ombra;
Le piante intercettano e frenano la violenza e la velocità dell’acqua quando piove, sarebbe bene ricordarsene non solo quando un temporale di pochi minuti trascina tutto verso il mare;
Le piante imprigionano le polveri sottili, facendo del bene ai nostri polmoni;
Riducono il rumore e …
Soprattutto, ci raccontano con la loro bellezza, nel volgere delle stagioni, il miracolo della vita.
Invito chiunque a posare lo sguardo e a vedere quanta bellezza c’è, ad aver cura di ogni angolo, di ogni pianta, soprattutto di quelle spontanee, perché loro sono le più adatte ad essere dove sono, e non hanno bisogno di apporti esterni;
ad aver cura, quindi, di ogni pianta e di ogni angolo, con la consapevolezza che quella pianta, quell’angolo di verde sta facendo per noi … molto di più.
Ognuno di noi cerca di rendere la propria casa il più possibile pulita, bella, accogliente, magari da poter mostrare con piacere agli amici, con un pizzico di orgoglio.
La nostra casa ci rappresenta.
E allora? Perché non avere la stessa cura per la nostra città, che è, come la nostra casa, spazio di vita altrettanto necessario?
È più che mai necessario, ora, che quelli di sotto non stiano a guardare … mentre quelli di sopra divorano quel che resta.
È più che mai necessario agire e occuparsi della nostra casa comune, coltivare la solidarietà e l’agire con disinteresse.
E allora, abbiamo coraggio … diamocelo!
Perché, sapete, ci vuole coraggio anche ad adottare un’aiuola, mentre i vostri vicini la usano come discarica.
Abbiamo coraggio e adottiamo un luogo lasciato all’incuria e all’abbandono e facciamone un luogo di cura e di rivoluzione del cuore, facciamone un riflesso della nostra anima…
Sarete sorpresi dei regali che riceverete per la vostra esistenza!
Come direbbe l’ineffabile Vinicio Capossela,
Grazia a tutti!“.
Grazie a lei Lidia. Grazie perchè con la sua lettera ha risvegliato noi potentini doc da quella sorta di torpore o, se vogliamo, rassegnazione che ci c’impediscono di scoprire l’altra Potenza che lei ama e nella quale ci ha accompagnato.
Foto di copertina: Porta San Giovanni a Potenza