Martedì 15 aprile 2025 – Mercoledì 23 Aprile alle ore 9, nel Palazzo della Cultura di Potenza, in via Cesare Battisti, prenderà il via il progetto ‘Fermiamo la violenza!’
Un’iniziativa a valere sulle risorse del ‘Fondo Pari opportunità’, ripartite dalla Regione Basilicata al Comune di Potenza, ai fini dell’attuazione degli interventi regionali in materia di contrasto alla violenza di genere previsti dalla programmazione approvata con D.G.R. n. 555/2023.
Il progetto, che si concluderà a dicembre ed è frutto di una collaborazione tra il Comune di Potenza e l’associazione ‘Telefono Donna’, ‘Centro Antiviolenza’ e ‘Casa Rifugio’.
“Vede la realizzazione di 3 azioni strategiche che vanno a incidere sulla dimensione della prevenzione e della rilevazione precoce delle situazioni di rischio.
La scuola rappresenta uno dei luoghi in cui si possono promuovere efficaci azioni di prevenzione e sensibilizzazione sul tema della violenza di genere.
In tale ottica, – afferma l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Potenza, Angela Lavalle – grazie alla rete delle collaborazioni esistenti, si è previsto di attivare nei plessi scolastici ‘Bonaventura’, ‘Torraca’, ‘La Vista’, ‘I.P.S.I.A. Giorgi’, un intervento itinerante di sensibilizzazione, che interesserà 16 classi della scuola secondaria di primo grado e 4 classi della scuola secondaria di secondo grado.
L’azione di coinvolgimento delle scuole attua pienamente quanto contenuto nelle Linee guida del Ministero dell’Istruzione e del merito per l’educazione al rispetto. L’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Telesca è consapevole dell’importanza di collaborare con i luoghi della formazione e dell’educazione, affinché i ragazzi e le ragazze possano sperimentare luoghi accoglienti e non giudicanti e vivere relazioni con se stessi e gli altri, basate sulla condivisione, l’ascolto e la reciprocità.
Contestualmente – continua l’assessore Lavalle – si è ritenuto importante realizzare un luogo di ascolto di primo livello, che fornisca ascolto e confronto per tutte quelle persone che non solo vivono una situazione di violenza conclamata, ma anche per coloro che vivono una situazione di disagio a seguito di un comportamento molesto, seppure non ancora fisicamente o psicologicamente violento, avvenuto anche nei luoghi fuori dalla famiglia, quali i luoghi di studio o di lavoro.
L’intento, quindi, è quello di realizzare un nuovo nodo nella rete dei servizi capace di intercettare in maniera precoce i segnali del rischio di violenza e accompagnare la persona nel percorso di riconoscimento della situazione di rischio o di attivazione della rete di aiuto in caso di situazione di violenza conclamata.
L’ascolto di primo livello si realizzerà con la collaborazione dell’Università degli Studi della Basilicata, che ha dato la disponibilità dei propri ambienti nel Polo del Francioso di via Nazario Sauro, 85, per l’apertura di uno Sportello dedicato.
Uno spazio rivolto alle studentesse e agli studenti universitari, dipendenti della stessa università e dipendenti comunali oltre che aperto.
Decisiva, infine, per l’efficacia degli interventi di contrasto alla violenza, è la formazione del personale che entra in contatto con la persona che vive una situazione di disagio collegata alla violenza.
Per tale motivo, all’interno del Progetto è previsto un corso di formazione di 40 ore,che si svilupperà dal mese di aprile a dicembre, rivolto a operatrici dei Centri Antiviolenza e degli Sportelli di ascolto, assistenti sociali e professionisti che lavorano nel campo e/o sono interessati alla tematica”.
l primo incontro formativo e di presentazione del corso si terrà mercoledì 23 aprile dalle 9 alle 13, nel Palazzo della Cultura di Potenza con la professoressa Graziella Priulla, sociologa dei processi culturali e formatrice impegnata sui temi della differenza di genere.
Nel corso dell’incontro si potrà effettuare gratuitamente l’iscrizione al corso, al termine del quale è previsto un attestato di frequenza.
Conclude l’assessore Lavalle: “Il Progetto contribuisce a rafforzare il sistema di rete dei servizi a supporto delle persone vittime o a rischio di violenza e a realizzare quello che viene definito il circuito virtuoso della tutela”.