“La soppressione del reparto prevenzione crimine Basilicata rappresenterebbe un grosso vantaggio per la criminalità organizzata”. Non hanno usato giri di parole Remo Buonsanti della Siulp, il primo sindacato di Polizia italiano e Vincenzo Cavallo, segretario generale della Cisl di Basilicata che, in una nota, hanno criticato la paventata riorganizzazione dei Reparti Prevenzione Crimine annunciata dal capo della Polizia, Vittorio Pisani.
Una possibilità che avrebbe ripercussioni anche sul reparto lucano, definito “una risorsa” per il territorio, in virtù del contributo che offre alla sicurezza pubblica.
Il Reparto, hanno sottolineato nella nota, rappresenta una vera e propria “Task force” della Polizia di Stato, in grado di assicurare un intervento dinamico e capillare su più territori, e che, in un’area vasta come quella lucana, penalizzata dalle distanze tra i capoluoghi e i paesi della provincia, risulta essenziale per ottenere efficace controllo del territorio, senza dimenticare la presenza di diversi poli industriali; tra tutti il Centro Oli in Val d’Agri e l’indotto automotive Stellantis di San Nicola di Melfi.
Un lavoro essenziale per il territorio, infatti dai dati diffusi nel 2024 sono stati impiegati complessivamente più di 1.266 equipaggi con oltre 36mila persone controllate, denunciate 10 persone, eseguite 49 perquisizioni personali e 40 domiciliari. Le unità operative sono state impiegate inoltre nelle zone di spaccio ed hanno eseguito arresti e sequestri con 625 pattuglie impegnate nella provincia di Potenza, 327 in quella di Matera, 278 nel Comune di Foggia, 4 nel Comune di Salerno e 21 a Taranto.
Esprimiamo pertanto il nostro netto dissenso ad un progetto che riteniamo parziale, superficiale e dannoso hanno concluso Buonsanti e Cavallo sollecitando un intervento della classe politica regionale.