Oggi, lunedì 2 dicembre acqua dalle 7 alle 16:30 così come mercoledì 4. Domani, fino alle 19:30. E’ questo il calendario dell’erogazione di acqua nei 29 Comuni dello schema idrico Basento-Camastra che è stato diffuso da Acquedotto lucano. Continuano dunque, come ampiamente annunciato, le interruzioni alla fornitura per i 140 mila lucani che hanno terminato la prima settimana segnata dalla messa in rete dell’acqua prelevata dal fiume Basento, unica soluzione concreta e immediata per arginare la siccità che ha portato al completo svoltamento della diga.
La settimana appena trascorsa, tra manifestazioni di cittadini preoccupati e restrizioni ancora più stringenti, si è distinta anche per l’azione della magistratura potentina che ha disposto un ‘acquisizione di documenti nelle sedi di Arpab, Acquedotto lucano, Acque del Sud spa e Autorità di Bacino, per verificare se i controlli sulla salubrità dell’acqua del fiume fossero stati effettuati in maniera puntuale e rigorosa. Gli inquirenti hanno inoltre dato mandato ai militari del Nas di effettuare a loro volta dei prelievi per procedere ad analisi d’ufficio svolte da laboratori di fuori regione.
Continuano nel frattempo gli incontri nelle varie comunità per discutere sul tema. Ieri ad Avigliano i cittadini hanno incontrato il dg di Arpab, Donato Ramunno e l’amministratore unico di Acquedotto lucano, Alfonso Andretta. Proteste sono arrivate dai presenti al momento del messaggio del presidente Bardi che non ha potuto presenziare all’iniziativa.
Sul tema si sono pronunciati anche i Vescovi di Basilicata in un documento più strutturato e di ampio raggio sulle condizioni economico politiche e sociali della Basilicata. “Di fronte alla grave crisi che sta investendo diversi ambiti economici – è scritto in una nota – noi Vescovi eleviamo ancora una volta un accorato appello a tutte le istituzioni e a tutti i cittadini”.
“Il nostro territorio – hanno aggiunto – pur segnato da evidenti criticità e contraddizioni, presenta notevoli potenzialità, purtroppo ancora inespresse e divise. Pensiamo ad esempio ai numerosi “beni comuni” che lo caratterizzano: ambiente, acqua, riserve delle aree forestali. Tali risorse naturali, se adeguatamente valorizzate, possono senza alcun dubbio contribuire a rafforzare l’ossatura della nostra economia, hanno concluso i vescovi.