Sabato 30 novembre 2024 – All’attenzione delle forze politiche il rapporto Svimez che, secondo Roberto Cifarelli (Presidente della Seconda Commissione Consiliare) ed Angelo Chiorazzo (Basilicata Casa Comune) fa della Basilicata un’analisi non certo rassicurante.
ROBERTO CIFARELLI
“Il Rapporto Svimez 2024 su economia e società del Mezzogiorno ha certificato, – afferma Cifarelli – senza ombra di dubbio, lo stato fallimentare della economia lucana, evidenziando, ancor di più, le ombre che si addensano sul futuro prossimo della nostra Regione.
E, conseguentemente, ha confermato la colpevole assenza di vere politiche regionali di sviluppo.
In Basilicata, nel periodo 2019-2023 – precisa Cifarelli – il Pil reale è miseramente crollato a -5,7%; per capirci, siamo gli ultimi in Italia. Nel resto del Mezzogiorno la vicina Puglia risulta essere la regione italiana più dinamica con un + 6,1% , ma anche la Calabria (+0,1%) e la Campania ( + 4,9%) fanno meglio di noi.
Se poi passiamo al valore aggiunto per settori, – puntualizza Roberto Cifarelli – nello stesso periodo spiccano, si fa per dire, il -6,7% in agricoltura, il -25,1% nella industria, performance negative mitigate da un +23,3 nel settore delle costruzioni e da un misero +1,6% dai servizi. Gli ultimi dati, seppur positivi, non inducono all’ottimismo, in quanto il boom delle costruzioni ha sostenuto la ripresa in tutto il Mezzogiorno contribuendo significativamente alla formazione di valore aggiunto.
Incrociando poi i dati macroeconomici con le dinamiche demografiche e migratorie, – aggiunge il Presidente Cifarelli – viene fuori uno scenario futuro ancora più cupo.
La Basilicata è la prima regione del Mezzogiorno per calo della popolazione (-7,4%), e le previsioni, ci dicono che, senza una inversione di tendenza, entro il 2050 perderemo il 22,5% della popolazione residente.
Diminuzione delle nascite e crescita della emigrazione, soprattutto giovanile ed intellettuale, sono le cause primarie di uno svuotamento crescente, nei confronti dei quali l’attuale classe dirigente di governo lucana ha sempre dimostrato rassegnazione e disinteresse. E chi osava “disturbare il manovratore” sollevando i grandi nodi che prima o poi sarebbero venuti al pettine veniva tacciato di disfattismo.
Oramai, – continua Cifarelli – siamo la Regione delle crisi conclamate. Crisi idrica, crisi dell’automotive, crisi dell’agricoltura, crisi demografica, crisi della sanità e crisi della massima Istituzione regionale, allorquando inopinatamente, e senza alcun mandato del Consiglio, il Presidente della Regione ha dato il suo via libera al progetto di autonomia differenziata, successivamente demolita dalla Corte Costituzionale.
Pensare di anestetizzare la società lucana con bonus e prebende, alla prova dei fatti è rivelato, come prevedibile, fallimentare.
E’ evidente che la gestione ordinaria di una situazione straordinaria rappresenta la certificazione della volontà di far morire questa regione.
La metafora del “principio della rana bollita” di Noam Chomsky calza a pennello per descrivere la reale situazione in cui ci troviamo.
Colgo nelle recenti parole e dichiarazioni delle forze sindacali, di Don Marcello Cozzi e del Presidente di Confindustria Basilicata –Francesco Somma- la volontà di superare la rassegnazione e di voler contribuire ad una reazione proattiva di fronte ai tanti problemi strutturali della Basilicata.
Non colgo, purtroppo, la stessa reattività nel governo regionale che, per esempio, a distanza di otto mesi dalle elezioni non ravvede neanche l’esigenza di scrivere un nuovo piano strategico regionale.
Sarebbe questa l’occasione per chiamare a raccolta le forze vive, tanto civiche quanto politiche, della società a dare un contributo e, tutti insieme, assumersi responsabilmente in carico le sorti della Basilicata. Il tempo non è una variabile indipendente, conclude il Presidente della seconda commissione, Roberto Cifarelli.
ANGELO CHIORAZZO
“Ci vuole un piano Marshall per salvare la Basilicata dal declino demografico ed economico in cui si trova.
Senza un’azione forte e strutturata, rischiamo di perdere del tutto la coesione territoriale e le prospettive di una qualità della vita adeguata per i lucani rimasti”.
Il rapporto evidenzia come la Basilicata sia tra le regioni italiane più in difficoltà, con un calo del PIL del -5,7% nel periodo 2019-2023, il peggior dato a livello nazionale. Questo dato riflette problematiche strutturali profonde, come il declino demografico, la debolezza dei settori produttivi e un fenomeno di spopolamento sempre più accentuato. Il mercato del lavoro continua a essere caratterizzato da salari bassi, contratti precari e un tasso di occupazione femminile ben al di sotto della media nazionale. A peggiorare il quadro, si aggiungono gravi carenze infrastrutturali, che aumentano il divario rispetto ad altre aree del Mezzogiorno.
“La motrice della Basilicata è troppo lenta e rischia di non arrivare ad alcuna stazione del PNRR – ha aggiunto Chiorazzo –. Occorre un piano straordinario per recuperare ritardi cronici e inefficienze. Bisogna ricostruire una Basilicata che garantisca coesione territoriale e migliori prospettive per chi ancora vive in questa terra”.
Dalla sanità, dove si continuano a registrare performance che collocano ad esempio l’ASM di Matera tra le peggiori cinque aziende sanitarie in Italia, all’ambiente, al lavoro, alle infrastrutture scontiamo anni di inerzie, di politiche inconcludenti e assenza di visione.
“La Basilicata deve affrontare una prova di coraggio – ha concluso Chiorazzo -, serve un cambio di paradigma per definire riforme e interventi strutturali che possano invertire la rotta. Dobbiamo superare le logiche di interessi di parte e pratiche clientelari che hanno mortificato il merito e le competenze, aumentando la sfiducia dei cittadini, spingendo via le giovani generazioni. È il momento di credere in una Basilicata migliore e di lavorare per costruirla”.