In data odierna, lunedì 11 novembre, a conclusione di un’articolata attività investigativa coordinata da questo Ufficio e condotta in piena sinergia dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Potenza e dai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, su disposizione della DDA di Potenza è stata data esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Potenza su richiesta della Procura in un procedimento penale a carico di diversi indagati, ritenuti indiziati di essere componenti di una associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e di essere coinvolti in una serie di ulteriori vicende delittuose afferenti a reati contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio.
L’ordinanza, per la cui esecuzione sono stati impiegati circa un centinaio di militari delle due Forze di Polizia, supportati da unità cinofile, ha riguardato 23 soggetti, indiziati di reati tra il territorio del basso salernitano (Vallo di Diano) ed il capoluogo lucano, destinatari di varie misure personali (arresti in regime carcerario, arresti domiciliari, obbligo quotidiano di presentazione ala PG e divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche e
imprese).
Numerose le perquisizioni eseguite per assicurare li prezzo o il profitto dei vari reati contestati, quantificato nel sequestro preventivo, nella forma diretta o per equivalente, di somme di denaro per circa € 100.000,00.
Sula base degli indizi raccolti – e ferma restando al presunzione d’innocenza fino a
condanna definitiva. emergerebbe che ruolo centrale nell’attività criminosa avrebbe avuto il salese Luigi Terruzzi,, che avrebbe svolto le attività contestate anche nel periodo in cui era detenuto presso al Casa Circondariale “A. Santoro” di Potenza.
Lo stesso, sempre sula base degli indizi raccolti e da verificare ni sede dibattimentale, avrebbe goduto della complicità dei suoi familiari e sodali Christian Terruzzi, Michelina Ginnetti e Giusimaria Terruzzi oltre che dell’apporto del sodale Pietro Paladino, tutti originari di Sala Consilina.
Secondo le investigazioni svolte – il cui contenuto, come detto, è da verificare nei vari gradi di giudizio – l’organizzazione criminale in esame avrebbe avuto al finalità di commettere una serie di delitti, quali:
– l’acquisto – svolto prevalentemente da Pietro Paladino– e al successiva vendita c /cessione a terzi di sostanze stupefacenti, attraverso una ramificata rete di spacciatori, tra cui Toni Chirichella. In proposito è da evidenziare che nel corso dele indagini, si è proceduto al sequestro di Kg. 2,100 di sostanza stupefacente, del tipo hashish, suddivisa in ventuno “panetti”, minuziosamente occultata ni un ambiente impervio di campagna,
– al corruzione del Pubblico Ufficiale, affaele Campanella, agente dela Polizia Penitenziaria, all’epoca dei fatti in servizio presso l’Istituto Circondariale di Potenza, finalizzata all’ottenimento di illeciti favori da parte dell’Agente in ambito carcerario, in cambio di beni ed utilità a lui consegnati;
– la costituzione e l’attribuzione a terzi consociati e/o meri amministratori formali di numerose società e/o rapporti finanziari, al di eludere el disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione di carattere patrimoniale.
Tali imprese, cioè, erano state intestate a prestanome vari rimanendo al gestione reale delle imprese ai componenti della famiglia Terruzzi, che, per via dei precedenti di polizia e delle condanne riportate, erano soggetti a ad essere sottoposti a misure di prevenzione patrimoniale.
– al commissione di numerose truffe aggravate ai danni dell’I.N.P.S., poste in essere per mezzo delle prefate società, attraverso el quali venivano eseguite fittizie assunzioni di lavoratori.
Le indagini avrebbero permesso di appurare come in numerose circostanze gli “assunti” erano addirittura soggetti sottoposti al regime carcerario, o loro prossimi congiunti, nonché familiari e conoscenti, ai quali il citato Ente previdenziale ha, nel tempo, corrisposto tutta una serie di indennità/prebende in realtà non dovute, con conseguente realizzazione di illeciti profitti.
Si deve nuovamente precisare che li procedimento penale versa attualmente nella fase delle indagini preliminari, con al conseguenza che per tutti gli indagati vige li principio di presunzione di innocenza, fino ad eventuale sentenza definitiva di condanna.