Lunedì 11 novembre 2024 – “L’emergenza acqua che sta colpendo la Basilicata, è l’emblema di una regione che per troppi anni ha trascurato se stessa e non ha valorizzato la risorsa principale che la caratterizza”.
Così l’associazione Medinlucania sul tema che da alcune settimane sta provocando la rabbia e le preoccupazioni di decine di migliaia di lucani.
“Medinlucania non può che essere al fianco del Comitato Acqua Pubblica che domani (12 novembre – n.d.r.) ha organizzato una manifestazione nel piazzale della Regione in concomitanza con la riunione dell’unità di crisi convocata dal commissario Vito Bardi per aggiornare circa un eventuale nuovo calendario di interruzioni di acqua.
Siamo solidali – sottolinea l’associazione – con i cittadini e riteniamo che sia giusto pretendere che le soluzioni per affrontare l’emergenza garantiscano un’acqua non inquinata e senza rischi per la salute, nonché una gestione pubblica e trasparente della crisi idrica.
Anche noi – precisa Medinlucania – seguiremo l’esito del tavolo in programma domani e riteniamo che, oltre che alle famiglie e ai privati, debbano arrivare risposte alle Aziende sanitarie e all’Ufficio scolastico regionale per le quali necessitano interventi più urgenti e specifici.
Naturalmente non possiamo non dire che se si è arrivati a questo punto è perché nel corso degli anni recenti e passati è mancata una gestione oculata dei bacini idrici, delle infrastrutture e delle condotte. Le responsabilità sono principalmente della politica e di chi aveva la possibilità di agire e programmare e non lo ha fatto. Decenni di esecutivi regionali di centrosinistra e sei anni di centrodestra testimoniano che gli errori e le negligenze sono state ampie e diffuse.
Non a caso Medinlucania segue la questione acqua da tempo e l’8 gennaio scorso organizzò, insieme al Comitato acque lucane e a Italia Nostra di Senise, un convegno su Acque del Sud Spa, la società pubblica che nel 2024, a seguito di una scelta del governo Meloni, ha sostituito l’Eipli per la gestione delle dighe lucane.
In quell’occasione, – spiega l’associazione – dicemmo che la tutela e la salvaguardia dell’acqua lucana era una delle questioni prioritarie della Basilicata.
Purtroppo, dopo quell’evento non è accaduto nulla ed è continuato il processo di mala gestione e da qualsiasi ruolo significativo nella governance di Acque del Sud.
Chi ha deciso che noi lucani dobbiamo recitare un ruolo di semplice comparsa? Evidentemente – sottolinea Medinlucania – a qualcuno basta il misero 5% da dividere con le altre cinque regioni del distretto idrico meridionale (le altre azioni: 65% al ministero dell’Economia e 30% a soggetti privati individuati come soci operativi).
Noi lo riteniamo sbagliato e penalizzante per la nostra regione e i lucani e l’emergenza che stiamo vivendo va sicuramente collegata anche a questo”.