Sempre più esasperati da questa società, vecchia e debole eredità lasciataci dall’ultimo millennio, ci alleniamo a sopravvivere in un mare di profonda mediocrità.
Da tempo ormai sentiamo ripetere alla radio, in televisione, sui giornali, nel web che la nostra unica ancora di salvezza sarà la creatività.
La cosa a dire il vero ci inquieta e non poco e il motivo è da ricercare in quello che è accaduto in un recentissimo passato.
Ricordiamo tutti i lucidi talk show televisivi in cui si parlava della novità che avrebbe salvato il mondo:la finanza creativa. Denaro, benessere e stabilità per tutti.
Il risultato, tranne il nostro governo, lo conosciamo benissimo.
Una crisi lunga e profonda che a distanza di tre anni ancora spaventa e sgomenta milioni di famiglie.
Disoccupazione alle stelle, niente investimenti, liquidità assente, retribuzioni ferme.
Ma la creatività, si sa, è un flusso inarrestabile.
Così, nel silenzio complice dei media, i guru della finanza creativa, dopo aver intascato i loro bonus milionari, sono ritornati al lavoro.
E pare che nell’ultimo brainstorming hanno promesso prosperità per tutti, poveri compresi.