Giovedì 1 settembre 2022 – Il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo (foto di copertina), da alcune settimane sta facendo lo sciopero della fame e un tour attraverso le carceri italiane che concluderà il 6 settembre prossimo a Roma davanti al Quirinale.
Una protesta per denunciare misure urgenti per mettere fine ai suicidi di detenuti.
Dall’inizio dell’anno – ricorda – si sono registrati 57, dei quali 14 durante l’estate.
“Purtroppo, – afferma Di Giacomo – in questa prima fase di campagna elettorale c’è persino chi parla di ritorno all’immunità parlamentare per evitare il carcere ai politici ma non abbiamo ascoltato una sola parola sulla vergognosa e drammatica situazione insostenibile e non più tollerabile delle carceri del Paese. Gli schieramenti politici e i partiti che si contendono il successo dal voto del 25 settembre hanno cancellato l’emergenza del sistema penitenziario come se non riguardasse i cittadini-elettori.
Accade purtroppo che nessuno si occupi degli agenti e dei detenuti. Né ci pare di trovare qualche idea, non dico proposta, in programmi elettorali da parte di chi si candida a governare il Paese nei prossimi anni. Solo Papa Francesco in occasione della sua visita a L’Aquila – a seguito di nostra sollecitazione – ha rivolto un pensiero al personale penitenziario e ai detenuti.
Da servitori dello Stato chiediamo solo di poter svolgere il nostro ruolo e far rispettare la legalità e a contrastare le mafie e la criminalità che, a nostro parere, deve svolgersi a partire dalle carceri. Ma in queste condizioni non siamo in grado di poterlo fare. Uno Stato che oltre a non garantire la legalità nelle carceri non riesce a garantire la sicurezza dei detenuti e dei suoi dipendenti (il personale penitenziario) testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici e tutto questo è semplicemente intollerabile.