Martedì 26 aprile 2022 – “Finora ci siamo astenuti dal commentare la vicenda del Senatore lucano Vito Petrocelli (foto di copertina), per varie ragioni.
Innanzitutto, perché crediamo che ogni opinione sia legittima, seppur diversa dalla nostra. E questo tanto più vale per un parlamentare della Repubblica.
Secondo perché non ci piacciono le epurazioni e le espulsioni, anche perché le abbiamo subite (e Petrocelli lo sa bene). Poi perché Petrocelli è un collega del Senato e proviene anche lui dalla Basilicata, e quindi lo conosciamo bene”.
Lo afferma il Senatore di Forza Italia Saverio de Bonis secondo il quale “a tutto c’è un limite. Passi il dissenso sulla politica estera italiana, passi il dissenso sulla guerra ucraina, passi il sostegno – di certo non sobrio – alle sole ragioni dei russi.

Ma arrivare a sfregiare la festa della Liberazione con quello che di fatto è il simbolo dell’aggressione di Putin, cioè la Zeta (simbolo inventato dalla propaganda russa per terrorizzare il popolo ucraino e che viene disegnato sui carri armati, sui missili, sulle bombe ecc.) appare francamente imperdonabile.
Prescindendo dalle decisioni politiche che lo riguarderanno all’interno del Movimento 5 Stelle (e dai silenzi di alcuni colleghi conterranei), ci chiediamo – conclude De Bonis – se il Senatore Petrocelli possa dire in coscienza di avere la serenità d’animo per presiedere la Commissione Affari esteri del Senato.
Ce ne dispiace sinceramente, per Petrocelli, per il Senato, per l’Italia e per la Basilicata”.

Intanto in casa M5S c’è subbuglio. Il leader Giuseppe Conte precisa sul Quotidiano Nazionale “Petrocelli è fuori”. A firmare il provvedimento è il leader Giuseppe Conte: “Stiamo completando la procedura di espulsione”.
Petrocelli era da tempo discusso per le posizioni platealmente filorusse, ma “il suo ultimo tweet è semplicemente vergognoso”, scrive Conte.
“Il #25aprile è una ricorrenza seria. Certe provocazioni sono inqualificabili”. Una risposta inevitabile per una forza che, pur esprimendo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è attraversata da un dibattito serrato sulla gestione diplomatica del conflitto. Lo stesso Conte vorrebbe un’Italia meno appiattita sulle scelte operate dalla Nato. Ma un conto è discutere e ragionare. Un altro celebrare gli aggressori.